Un Paese in guerra e dal quale decine di migliaia di persone sono in fuga. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, invece, non abbandona il campo, manifesta molto sangue freddo e resta vicino al suo popolo. Peraltro ha già anche rifiutato l'offerta degli Stati Uniti che volevano aiutarlo a fuggire.
Per molti - leader mondiali compresi - il presidente ucraino è una vera rivelazione, di cui oggi si celebra il sangue freddo. E pensare che quando Zelensky è salito al potere, nel 2019, non aveva alcuna esperienza politica. Non reale almeno. Era infatti un attore comico che interpretava proprio il ruolo di un capo di Stato.
"Buongiorno a tutti miei compatrioti. Su internet, circolano molte false informazioni. Non è affatto vero che ho chiesto al nostro esercito di deporre le armi e in corso non c'è alcuna evacuazione. Io resto qui. Non ci arrendiamo, difenderemo il nostro Paese". Mentre pronuncia queste parole, riesce quasi a sorridere il presidente ucraino che, questa guerra, la sta combattendo anche così. Con apparizioni regolari e messaggi quotidiani. Con una forza e una determinazione che, fino a poco tempo fa, non immaginava nessuno.
Già, perché se oggi lo vediamo a capo di un Paese in guerra, impegnato a rassicurare la popolazione e a resistere al nemico che avanza, fino al 2019 non poteva vantare alcuna esperienza politica o militare. Zelensky era solo un attore comico. Il protagonista di una serie televisiva in cui interpretava il ruolo di un docente di storia che, per vie del tutto casuali, diventa presidente. Poi però è arrivata la candidatura vera e un'altrettanto vera elezione.
A due anni da quel giorno, diversi leader mondiali così come molta gente comune celebrano il suo sangue freddo, il suo coraggio, il suo atteggiamento eroico.
"Forse questa è l'ultima volta che mi vedete vivo", aveva detto due giorni fa in videoconferenza al Consiglio Europeo. Perché Zelensky sa bene di essere il nemico numero uno della Russia, che vuole eliminarlo per instaurare un Governo fantoccio. Di scappare però non se ne parla.
"La battaglia è qui. Mi servono armi e munizioni, non mi serve un passaggio", diceva poche ore fa, quando rifiutava l'offerta degli Stati Uniti, che volevano aiutarlo a lasciare la capitale.
La realtà insomma ha superato la fiction e le attese sono state superate dai fatti... con un presidente che avrà certamente un posto d'onore nella storia del suo Paese.