La scheda

Ecco chi sono i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane

Con la tregua a Gaza, ne sono stati rilasciati 90 in un primo scambio di prigionieri, ma Israele pone un veto su personaggi di primissimo piano

  • Oggi, 05:48
  • 27 minuti fa
28:34

Gaza, inizia la tregua

Modem 20.01.2025, 08:30

  • Keystone
Di: Modem/M.Mar./Pa.St./Reuters 

“Non ci sono sicuramente personaggi palestinesi di spicco nel primo gruppo di prigionieri scarcerati da Israele la notte del 20 gennaio”, così si pronuncia ai microfoni di Modem Michele Giorgio, giornalista e collaboratore RSI dal Medio Oriente, parlando dello scambio di detenuti previsto nella tregua stabilita tra Israele e Hamas, in atto dal 19 gennaio alle 11.15 israeliane (10.15 svizzere). Sembrerebbe infatti che le prossime scarcerazioni saranno più importanti, poiché Hamas pretende che vengano liberati anche prigionieri all’ergastolo per attentato, ma “sappiamo che Israele vuole evitare queste scarcerazioni, pone un veto su alcuni personaggi di primissimo piano” aggiunge Giorgio.

La prima fase della tregua siglata tra le due controparti durerà 42 giorni, nei quali verranno liberati 33 ostaggi israeliani in cambio del rilascio di detenuti palestinesi per un rapporto di 1 a 30. A partire dal 16esimo giorno dell’intesa inizierà la discussione sulla seconda fase del piano, in cui si prevede il rilascio di tutti gli ostaggi. I palestinesi momentaneamente in arresto nelle carceri israeliane sono 10’400, secondo la Commissione per gli Affari dei prigionieri dell’Autorità palestinese e la Società dei prigionieri palestinesi. Tra questi non vengono però contati i detenuti arrestati a Gaza nei 15 mesi di guerra.

Detenuti palestinesi liberati - L'arrivo a Ramallah

L'arrivo a Ramallah, in Cisgiordania, dei detenuti palestinesi liberati lunedì

  • Keystone

Chi sono questi detenuti?

L’unica prigioniera palestinese di spicco, presente tra le 69 donne ed i 21 minori liberati per ora da Israele, è Khalid Jarrar, deputata del Fronte Popolare per la liberazione della Palestina (PFLP), organizzazione di sinistra. Jarrar è esponente del movimento femminista palestinese e per molto tempo è stata anche attiva in ambito di diritto internazionale. Non si è mai macchiata di crimini, ma è stata arrestata e scarcerata in diverse occasioni, accusata proprio di far parte del PFLP, gruppo politico ritenuto terroristico da Israele.

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La 62enne Khalida Jarrar dopo essere stata rilasciata

  • Keystone

Il veto di Israele permane su personaggi come Marwan Barghouti, ex membro del gruppo politico Fatah, che ha lasciato a causa di divergenze con l’attuale leader Mahmud Abbas. Barghouti è considerato il “Mandela” dei palestinesi ed è una figura politica prominente. Nonostante sia detenuto da oltre 20 anni, è ancora abbastanza rilevante per poter rappresentare un punto di riferimento in un possibile appianamento del conflitto, portando avanti una politica di compromesso con Israele.

Marwan Barghouti

Una protesta a sostegno di Marwan Barghouti

L’altro attore politico, sulla cui liberazione Israele pone forte resistenza, è Ahmad Sa’dat, leader del PFLP, condannato a 30 anni di detenzione nel 2008 dopo che il suo gruppo politico ha dichiarato di aver ucciso il ministro israeliano dei trasporti Rehavam Zeevi nel 2002, come rappresaglia per l’assassinio di Abu Ali Mustafa, predecessore di Sa’dat.

Detenuti legati ad Hamas

Tra gli arrestati possiamo riconoscere diverse figure di spicco, fortemente legate al movimento islamico di Hamas, i quali hanno commesso reati gravi e omicidi.

Abdahllah al-Barghouti, fedele di Hamas, è stato condannato all’ergastolo nel 2004 per aver organizzato una serie di attacchi kamikaze tra il 2001 ed il 2002. al-Barghouti ha preparato le cinture esplosive usate durante le aggressioni, tra cui quella usata a Gerusalemme nel ristorante Sbarro, in cui son rimaste uccise 15 persone.

Abdallah al-Barghouti

Abdallah al-Barghouti in un'immagine del 2012

  • Imago

Ibrahim Hamed viene invece arrestato nel 2006 a Ramallah, accusato a sua volta di aver organizzato diversi attacchi kamikaze, i quali hanno causato dozzine di vittime israeliane. Hamed è stato a capo delle Brigate Ezzedin al Qassam, l’ala militare di Hamas in Cisgiordania.

Un altro detenuto di risalto è Nael Barghouti, conosciuto come il “decano” dei prigionieri palestinesi, in quanto ha trascorso ben 44 dei suoi 67 anni nelle carceri israeliane. Dopo essere stato arrestato nel 1978 per aver ucciso un soldato a Gerusalemme, è stato liberato assieme ad altri 1’000 palestinesi nel 2011, nell’accordo per la liberazione del giornalista sportivo israeliano Gilad Shalit. Viene arrestato nuovamente nel 2014 e condannato con la reclusione a vita. Nel momento del primo arresto Barghouti faceva parte del gruppo Fatah, che ha abbandonato per unirsi successivamente ad Hamas.

Nael Barghouti

La moglie di Nael Barghouti mostra un'immagine del marito detenuto

Le tre fasi della tregua

L’accordo per una tregua nella Striscia di Gaza è stato raggiunto la scorsa settimana, con l’ultimo via libera giunto dal governo israeliano nella notte di sabato. Si tratta di una tregua in tre fasi: cosa prevedono?

La prima fase del cessate il fuoco ha una durata di sei settimane e prevede il graduale ritiro delle forze israeliane dal centro di Gaza e il ritorno dei palestinesi sfollati nel nord della Striscia. In queste sei settimane Hamas rilascerà 33 ostaggi israeliani. Da parte sua, Israele libererà 30 detenuti palestinesi per ogni ostaggio civile. Entro la fine della prima fase, Israele rilascerà tutte le donne e i minori palestinesi in detenzione dal 7 ottobre 2023.

Dal 16esimo giorno di tregua, inizieranno i negoziati per la seconda fase. Quest’ultima dovrebbe contemplare il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani, inclusi i soldati, un cessate il fuoco permanente e un ritiro completo delle truppe israeliane da Gaza.

La terza fase dovrebbe poi includere il rientro di tutte le salme e l’inizio della ricostruzione di Gaza, supervisionata da Egitto, Qatar e Nazioni Unite.

Aiuti umanitari a Gaza

Nella prima fase della tregua è previsto l'entrata a Gaza di seicento camion carichi di aiuti umanitari

  • Reuters

La tregua per ora ha semplicemente portato le due parti ad un accordo riguardo lo scambio tra detenuti ed ostaggi, ma non è stato stabilito in alcun modo un meccanismo che metterà Hamas ed Israele al tavolo della discussione sulla risoluzione del conflitto israelo-palestinese. Il collaboratore RSI Michele Giorgio conclude il suo intervento esternando le sue uniche certezze: “Dopo questo enorme bagno di sangue e tutto quello che è avvenuto e che sta avvenendo in queste ore, dobbiamo amaramente constatare che non c’è nessuna possibilità, al momento, che possa in qualche modo ripartire un negoziato per cercare, anche e soprattutto in ambito internazionale, una soluzione a questo conflitto che va avanti da decenni”.

02:47

La testimonianza dalla Striscia di Gaza

Telegiornale 20.01.2025, 20:00

02:43

Gaza, liberati i primi ostaggi

Telegiornale 19.01.2025, 20:00

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