Questa domenica in Emilia-Romagna è iniziata sì con l’allerta rossa ancora valida ma con qualche aspetto incoraggiante, come le piogge meno presenti o intense, nel quadro di un disastro che ha visto la regione investita da un’alluvione che ha provocato quindici morti, più di 36'000 sfollati e la chiusura di oltre 500 collegamenti stradali.
Inoltre, poco dopo mezzogiorno all'aeroporto di Rimini è giunta nelle zone disastrate anche la premier Giorgia Meloni, che ha lasciato sabato il G7 di Hiroshima per raggiungere prima l’Emilia-Romagna e vedere di persona l’entità delle devastazioni. Prima di partire ha garantito provvedimenti per le zone colpite: “Le risorse si trovano”.
E mentre si inizia a fare una prima, provvisoria, conta dei danni valutata in importi in miliardi di euro stimati a due cifre, i geologi provano a spiegare le cause di tale immenso disastro, ricordando che, come segnala domenica Il Resto del Carlino online, vanno considerate la scarsa manutenzione, l’assenza di vasche di laminazione e la sorveglianza insufficiente.
Intanto aumentano i volontari che sono giunti nelle zone alluvionate per liberare case e viali dal fango, portando pure generi alimentari e altri beni di prima necessità che in varie località si fanno sempre più rari. Scarseggia pure il foraggio per il bestiame che è sopravvissuto all'ondata di maltempo. A livello di viabilità, gli allagamenti, il fango, i danni al manto stradale e gli smottamenti hanno indotto le autorità a chiudere la – di solito trafficatissima – strada statale 16 (Adriatica) a Cervia lungo due chilometri, in attesa del ripristino delle carreggiate.
Come accennato, sulla zona il maltempo ha concesso una tregua, ma la Romagna potrebbe esser di nuovo investita da precipitazioni già dal pomeriggio di mercoledì fino alla serata di venerdì 26. Inoltre, si ritiene che l’instabilità atmosferica potrebbe rimanere su svariati territori anche oggi, domenica. Si potrebbero generare deboli piogge sparse vicino ai rilievi che rallenterebbero la decrescita dei livelli dei corsi d’acqua.
E per salvare la città di Ravenna dall’esser sommersa, si è deciso d’invertire per la prima volta il corso del Canale emiliano-romagnolo (CER) utile per l’approvvigionamento dei corsi d’acqua per l’irrigazione delle campagne, rimandando verso il fiume Po le acque limacciose che lo alimentano. A ciò si somma la realizzazione di un'argine provvisorio non lontano da Faenza.
Le alluvioni in Emilia Romagna
Telegiornale 20.05.2023, 20:00