I prodotti chimici e farmaceutici hanno pesato molto sulle esportazioni svizzere a novembre. Questi settori hanno subito il calo mensile più marcato, causando un netto calo delle consegne all’estero. La bilancia commerciale ha registrato un’eccedenza di 3,96 miliardi di franchi, rispetto ai quasi sei miliardi di franchi di ottobre. Le esportazioni sono state pari a 21,72 miliardi di franchi svizzeri, con un calo mensile dell’11,0%. Escludendo gli effetti dell’inflazione (reale), il calo è stato del 10,8%, ha riferito giovedì l’Ufficio federale delle dogane e della protezione delle frontiere. I dati sono stati pubblicati dall’Ufficio federale delle dogane e della sicurezza dei confini (UDSC).
L’export di prodotti chimici e farmaceutici hanno totalizzato 12,72 miliardi di franchi, in calo del 15,2% in termini nominali e del 16,6% in termini reali. Questa tendenza mensile inverte il forte aumento registrato da questi settori a ottobre, quando le spedizioni sono aumentate del 16,1% (nominale) e del 21,7% (reale). Il calo di novembre, pari a 2,7 miliardi di franchi , copre l’80% del calo registrato dalle esportazioni svizzere nel periodo in esame.
Dal canto loro, le esportazioni di orologi hanno mantenuto il livello elevato del mese precedente, ristagnando in termini nominali (-0,1%) e diminuendo (-1,7%) in termini reali. L’export che riguarda macchinari ed elettronica è diminuito, così come quello concernente i prodotti alimentari.
Le importazioni si sono contratte al livello più basso da dicembre 2021, nel pieno della pandemia di Covid-19. Sono scese del 3,6% (nominale) o del 2,8% (reale) a 17,76 miliardi di franchi. Secondo i funzionari federali, nei primi undici mesi dell’anno sono rimaste sostanzialmente stabili.
A livello geografico il continente più interessante per i prodotti elvetici rimane l’Europa (-13,7% a 12,8 miliardi), con un contributo importante fornito da Germania (-2,2% a 3,3 miliardi), Slovenia (-49,2% a 2,2 miliardi, con in primo piano il segmento farmaceutico, fortemente cresciuto nel mese precedente), Italia (+6,5% a 1,8 miliardi) e Francia (-7,1% a 1,0 miliardi). In flessione è il Nord America (-1,5% a 4,6 miliardi): gli Stati Uniti, malgrado il calo (-1,8% a 4,3 miliardi), mantengono comunque il primato di maggiore importatore di merci dalla Confederazione.
Pure sul fronte dell’import il settore più importante rimane quello chimico-farmaceutico (-10,4% a 5,7 miliardi), seguito da elettronica e macchine (+2,1% a 2,7 miliardi), veicoli (+4,9% a 1,6 miliardi), metalli (invariato a 1,2 miliardi) e alimentari (-0,3% a 1,2 miliardi). E riguardo alle regioni è in flessione l’Europa (-8,5% a 12,6 miliardi), mentre stanno progredendo l’Asia (+4,8% a 3,4 miliardi) e il Nord America (+6,2% a 1,3 miliardi).