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Finlandia nella NATO, luce verde di Erdogan

Il presidente turco riceve l'omologo Niinistö e poi chiede al Parlamento di Ankara di ratificare l'adesione

  • 17 marzo 2023, 16:31
  • 24 giugno 2023, 05:39

Notiziario 17.00 del 17.03.23: la Turchia ora appoggia la richiesta d'adesione alla NATO della Finlandia

RSI Mondo 17.03.2023, 17:17

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Di: ATS/pon

Dopo mesi di tira e molla, la Turchia dice "sì" all'adesione della Finlandia alla NATO. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha messo da parte le proprie obiezioni dopo aver ricevuto venerdì il suo omologo Sauli Niinistö e ha chiesto al Parlamento di Ankara di avviare la procedura di ratifica, che dovrebbe essere conclusa a metà aprile, prima quindi delle elezioni legislative che ne ridisegneranno il volto il 14 maggio.

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Dal canto suo, Niinistö ha affermato che l'adesione finlandese non sarà completa senza che anche la Svezia possa compiere il medesimo passo. I due Paesi avevano chiesto insieme di entrare nell'Alleanza, lo scorso maggio, ma nei confronti di Stoccolma la Turchia mantiene le proprie riserve relative all'impegno contro le "organizzazioni terroristiche" curde, PKK in testa. La domanda svedese è stata inoltre penalizzata dalle proteste di stampo contrario all'Islam all'inizio di quest'anno.

Che Erdogan desse la precedenza a Helsinki, quindi, era ampiamente previsto, anche dal premier Ulf Kristersson che si era detto preparato a questa eventualità, incontrando mercoledì il cancelliere tedesco Olaf Schlolz.

Resta il nodo ungherese

L'adesione alla NATO richiede l'unanimità dei 30 membri attuali. Oltre alla Turchia, un altro non si è ancora pronunciato: si tratta dell'Ungheria, dove il dibattito parlamentare si è già tenuto ma il voto è stato nuovamente posticipato, dalla prossima settimana a quella seguente, il 27 marzo. Il gruppo di Fidesz, il partito al potere del premier nazionalista Viktor Orban – in buoni rapporti tanto con Erdogan quanto Vladimir Putin – ha deciso di sostenere l’adesione finlandese mentre ha rinviato ogni decisione riguardo a quella svedese. Stoccolma teme che Budapest si serva della questione anche come moneta di scambio nella sua vertenza con l'UE riguardo ai fondi europei congelati nell'attesa di riforme volte a combattere la corruzione.

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