Gantz a Washington scavalca Netanyahu

L’ex capo dell’opposizione Israeliana Benny Gantz incontrerà lunedì a Washington la vicepresidente degli Stati Uniti Kamela Harris. Una visita che ha suscitato scalpore in patria, causando aspre critiche e destando le furie del primo ministro Benjamin Netanyahu: l’incontro non è infatti stato concordato con il premier.

Ad accentuare la rabbia del capo di Governo sono le posizioni di Gantz; focalizzate sul rilascio degli ostaggi più che sulla distruzione di Hamas. Le opinioni dell’ex ministro della Difesa israeliano, più concilianti rispetto a quelle di Netanyahu, rispondono bene alle richieste della Casa Bianca che domenica, attraverso le parole della vicepresidente, ha esortato “un immediato cessate il fuoco” e pregato Israele di aumentare le forniture di aiuti umanitari nell’enclave di Gaza.

Lo slancio di Gantz controbilancia la stagnazione diplomatica in Medio Oriente. I colloqui tra le due parti del conflitto, mediati al Cairo grazie al contributo del Qatar e degli USA, sono attualmente ad un punto morto. Israele si è infatti rifiutato di inviare la sua delegazione, poiché Hamas non ha ancora fornito una lista degli ostaggi ancora in vita e perché avanza richieste considerate “assurde”.

Il movimento radicale palestinese, invece, insiste per un cessate il fuoco permanente come condizione per liberare il resto degli israeliani ancora nelle sue mani.

Gli emissari degli USA e del Qatar sperano di riuscire ad ottenere un accordo entro l’inizio del Ramadan, il 10 marzo.