Mentre Il premier israeliano Nethanyau sul Wall Street Journal ha indicato i tre requisiti necessari secondo Israele per la fine del conflitto - Hamas dovrà essere distrutto, Gaza sarà smilitarizzata e la società palestinese inizierà un processo di deradicalizzazione - centinaia di migliaia di palestinesi devono fare i conti con il freddo. Questo complica una situazione di per sé già drammatica, come riferito dal portavoce dell’UNICEF Ammar Ammar e a farne le spese sono soprattutto i bambini.
“Siamo molto preoccupati per la situazione a Gaza - spiega il funzionario dell’UNICEF - visto l’arrivo dell’inverno e anche delle piogge. Questa settimana nella Striscia ha piovuto molto, e sappiamo che è una zona soggetta a inondazioni in ogni stagione delle piogge. Centinaia di migliaia di persone vivono per strada, in case di fortuna, in tende di fortuna, senza accesso ad alcun servizio. Senza cibo, senza acqua potabile, senza assistenza sanitaria e sono esposti alle intemperie. Al freddo, alla pioggia quando piove forte. Questo è ancora più preoccupante se pensiamo ai bambini, più deboli, più fragili. Esposti non solo a freddo e pioggia, ma anche alle malattie trasmesse dall’acqua, che mettono in pericolo la loro vita”.
Secondo Ammar gli aiuti internazionali entrano nella Striscia, ma sono lontani dall’essere sufficienti. Spiega che il numero delle persone cui prestare aiuti è altissimo anche per le organizzazioni internazionali, per riuscire da sole ad aiutare tutti. “Gli aiuti entrano a Gaza - riferisce ancora - ma ancora più importante è la capacità delle organizzazioni sul campo di consegnarli in modo tempestivo a tutte le persone, a tutti i bambini, ovunque si trovino nella Striscia. E questo nonostante le ostilità e i bombardamenti in corso”.
Intanto, sul fronte diplomatico, il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, e il ministro degli Affari strategici israeliani Ron Dermer hanno discusso del passaggio di Israele a “una fase diversa” della sua guerra contro Hamas nella Striscia di Gaza. Lo ha reso noto un funzionario dell’esecutivo USA. Sullivan ha parlato con l’esponente israeliano vicino al primo ministro Benjamin Netanyahu “della transizione verso una nuova fase della guerra per concentrarsi su obiettivi importanti di Hamas”, secondo la fonte ufficiale americana. Durante l’incontro si è discusso anche di “passi pratici per migliorare la situazione umanitaria e ridurre al minimo il danno arrecato ai civili” a Gaza, e di “sforzi” per promuovere il rilascio degli ostaggi ancora nelle mani del movimento islamico palestinese.
Guerra a Gaza
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