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Georgia, nuova condanna per Saakashvili

L’ex presidente è in carcere dal rientro in patria nel 2021, che fu illegale, secondo la corte - La settimana scorsa i giudici gli avevano inflitto 9 anni per appropriazione di fondi pubblici

  • Oggi, 12:47
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RG 17.03.2025 La corrispondenza di Stefano Grazioli

RSI Info 17.03.2025, 12:46

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Di: ATS/Reuters/pon 

L’ex presidente georgiano Mikheil Saakashvili, 57 anni, è stato condannato lunedì a 4 anni e mezzo di prigione da un tribunale di Tbilisi per ingresso illegale nel Paese al suo ritorno dall’esilio nel 2021. La pena si aggiunge ai 9 anni già inflitti la settimana scorsa per appropriazione indebita di fondi pubblici (un totale di circa 3 milioni di euro), serviti secondo la corte a finanziare spese personali di lusso e l’educazione dei figli.

Saakashvili, che si trova dietro le sbarre già dal 2021 per abuso di potere, ha trascorso gran parte di questo tempo in un ospedale penitenziario, per le sue condizioni di salute su cui ha pesato anche uno sciopero della fame. Figura risolutamente pro-occidentale, denuncia una persecuzione politica nei suoi confronti. Su di lui pende ancora un’accusa di repressione nei confronti di manifestanti, nel 2007. Tenendo conto di tutte le condanne già ricevute, l’ex capo dello Stato deve passare in cella 12 anni e mezzo, ha riassunto il giudice.

Saakashvili era stato protagonista della rivoluzione delle rose del novembre 2003 ed eletto presidente l’anno seguente. Aveva lanciato riforme di ispirazione neo-liberale, prima di essere accusato di derive autoritarie.

Durante la sua presidenza si era combattuta la guerra in Ossezia del Sud, dove covavano ambizioni separatiste pro-russe. Dopo una serie di scaramucce, l’esercito georgiano lanciò l’assalto nell’agosto del 2008, ma Mosca intervenne militarmente a sostegno degli indipendentisti e sbaragliò le truppe di Tbilisi nel giro di pochi giorni, riconoscendo l’indipendenza non solo degli osseti del sud ma anche dell’Abcasia.

Battuto dal partito “Sogno georgiano” del miliardario Bidzina Ivanishvili nel 2012, si era rifugiato dapprima negli Stati Uniti e poi in Ucraina nel 2013, dove ha ottenuto la cittadinanza ed è stato brevemente anche governatore della regione di Odessa. A nominarlo fu l’ex presidente Petro Poroshenko, con cui poi entrò in conflitto. Perse quindi la nazionalità ucraina, venne incarcerato e poi espulso, prima di recuperare il passaporto sotto Volodymyr Zelensky.

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