"In America e' l'ora della giustizia razziale". Questo il messaggio del candidato democratico alla Casa Bianca, Joe Biden, nel giorno del funerale di George Floyd, soffocato dagli agenti durante il fermo. "Non possiamo ancora una volta voltate le spalle, ignorare quel razzismo che continua a pungere la nostra anima, quell'abuso sistematico che rappresenta ancora una piaga del nostro Paese", ha detto Biden. Un Paese intero ha seguito la cerimonia funebre in diretta tv e sui social media, e per alcuni momenti la rabbia ha ceduto il passo alla commozione.
Altri morti e nuovi video testimoniano la violenza della polizia USA
Ma un nuovo pugno allo stomaco arriva dall'ondata di video shock che oramai si moltiplicano sulle emittenti televisive e sul web, e che mostrano - se ce ne fosse ancora bisogno - come la brutalità e l'uso eccessivo della forza da parte della polizia sia davvero una piaga della più grande democrazia del mondo. E a farne le spese sono quasi sempre gli afroamericani come George, spia di un razzismo che ha radici profonde nella storia americana e mai veramente sopito. Così le immagini riprese da una telecamera posta sul cruscotto di un'auto della polizia, in New Jersey, consegnano gli ultimi istanti di vita di un giovane afroamericano, Maurice Gordon, 28 anni, fermato da un agente per eccesso di velocità. Il ragazzo è disarmato, ma la situazione presto degenera e lui viene prima aggredito con lo spray urticante, poi crivellato di colpi, ben sei pallottole che lo uccidono sul posto. Il poliziotto è stato sospeso in attesa dei risultati delle indagini.
Neanche il tempo di girare canale che già la Cnn trasmette un'altra tragica sequenza: quella in cui, grazie alla bodycam di un poliziotto, si vede un uomo di 40 anni, Javier Ambler, anche lui afroamericano, mentre viene arrestato ad Austin, in Texas, per non essersi fermato all'alt della polizia. Dopo un inseguimento Ambler scende dall'auto disarmato e con le mani alzate, ma nel bloccarlo gli agenti premono sul suo collo, mentre l'uomo si sente implorare più volte "non riesco a respirare", proprio come George Floyd, come Eric Garner e tanti altri. Alla fine Ambler perde i sensi e muore prima dell'arrivo dei soccorsi. L'episodio risale al 28 marzo 2019, ma il video è stato diffuso dagli inquirenti solo nelle ultime ore.
Ennesima bufera su Trump
Intanto secondo il Wall Street Journal il presidente Donald Trump e' stato ad un passo dal silurare il capo del Pentagono la scorsa settimana, furioso per la presa di posizione di Mark Esper contrario all'uso dell'esercito contro le proteste. Dopo aver ascoltato i suoi piu' stretti consiglieri, il tycoon si sarebbe convinto a soprassedere: sarebbe stato il quarto segretario alla difesa licenziato.
Ma l'ennesima bufera si e' abbattuta sul presidente, per un tweet in cui insinua che l'anziano manifestante scaraventato a terra dai poliziotti a Buffalo sia in realtà "un provocatore antifascista", un facinoroso che voleva sabotare gli apparecchi radio degli agenti. "Se fosse tutta una montatura?", si chiede il presidente americano. Martin Gugino, 75 anni, è ora fuori pericolo, ma le immagini del lago di sangue sul marciapiede dopo aver battuto violentemente la testa resteranno tra quelle più forti di queste storiche giornate di protesta.
Houston, omaggio a Floyd nel giorno dei funerali
Telegiornale 09.06.2020, 14:30