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Gli F-16 cambieranno la guerra?

I carri armati Abrams, i lanciarazzi HIMARS e i missili ATACMS e Scalp e Storm-Shadow non hanno mutato in modo decisivo il conflitto. I caccia presentati domenica per ora sono pochi

  • 5 agosto, 11:43
  • 5 agosto, 15:48
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Volodymyr Zelensky ha presentato domenica i primi apparecchi

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Di: Stefano Grazioli 

Il presidente Volodymyr Zelensky ha presentato domenica i primi caccia da combattimento F-16 arrivati in Ucraina, confermando che velivoli forniti dagli alleati occidentali sono operativi nei cieli ucraini. Al momento gli aerei di produzione statunitense giunti a Kiev sarebbero circa una decina, un’altra ventina dovrebbe essere consegnata entro la fine di quest’anno. Zelensky ne ha chiesti almeno 80, numero ritenuto necessario per far fronte al dominio russo in aria che sino a questo momento ha condizionato l’andamento del conflitto. Gli F-16 entrano dunque in gioco in una fase della guerra in cui la Russia sta mantenendo l’iniziativa sul terreno ormai da tempo, già da prima della controffensiva ucraina fallita nell’estate del 2023, mentre l’Ucraina riesce a colpire solo a distanza grazie all’utilizzo di droni, impiegati soprattutto nelle regioni di confine e in Crimea. Sino ad ora l’utilizzo, raro, di missili occidentali a lunga gittata, come ATACMS o SCALP, non ha impresso svolte significative. Kiev da tempo richiedeva aerei da combattimento occidentali per sopperire alla carenze della propria flotta, composta essenzialmente ancora da apparecchi di produzione sovietica come MIG e Sukhoi, ma difficilmente gli F-16 potranno ribaltare il corso della guerra.

Game changer?

L’andamento del conflitto è condizionato da vari elementi e le armi in sé costituiscono solo un tassello di un mosaico molto più complesso, composto sia dalla varietà delle risorse tecnologiche che da quelle strategiche e umane. L’Ucraina sin dall’inizio dell’invasione si è trovata dipendente dalle forniture militari della NATO, che progressivamente sono state distribuite dai vari Paesi dell’Alleanza Atlantica, a partire dagli Stati Uniti, ma non solo. Nelle varie fasi che in questi due anni e mezzo di guerra si sono susseguite, l’arrivo ad esempio prima dei droni turchi Bayraktar, poi dei carri statunitensi Abrams o dei sistemi missilistici HIMARS è stato spesso descritto come una possibile svolta; anche la consegna a Kiev di ATACMS targati USA o SCALP-Storm Shadow made in Europe non ha prodotti cambiamenti significativi.

Per gli F-16 il quadro è il medesimo, con la questione che non si riduce solo a una semplice sigla, ma vanno considerati, numeri, variabili e ovviamente contromisure, considerando appunto che la Russia non si muove passivamente sul fronte di terra o di cielo, ma reagisce alle armi e alle tattiche messe in campo dall’Ucraina e dall’alleanza occidentale. In questo contesto il ruolo degli F-16 come game changer è tutto da vedere.

Efficacia e contromisure

I caccia statunitensi Falcon F-16 non certo sono di ultima generazione, le prime versioni risalgono agli anni Settanta, e non rappresentano certo il fiore all’occhiello dell’aviazione statunitense, ruolo riservato più agli F-35. Il presidente Joe Biden un anno fa aveva dato il via libera alla loro consegna, mentre l’addestramento dei piloti ucraini era già in corso. Dopo ritardi dovuti a varie ragioni, organizzative, ma anche politiche, il loro impiego in Ucraina è iniziato e l’efficacia è ora sul banco di prova. Al di là del numero limitato in azione, gli F-16 però avranno probabilmente un accesso circoscritto agli armamenti e al momento non è chiaro se Kiev possa contare su capacità di attacco a lungo raggio.

Gli USA hanno affermato di volerli armare con armi avanzate, ma la loro operatività sarà limitata, con la cornice che in sostanza non prevede di colpire obiettivi all’interno della Russia. In prima istanza i Falcon saranno quindi importanti per rafforzare la difesa ucraina, più che essere decisivi per le operazioni offensive. Gli stessi sistemi di difesa russi costituiscono difficili ostacoli nelle azioni di combattimento e secondo quanto ammesso dal comandante delle forze armate ucraine, il generale Oleksandr Syrsky, i caccia si terranno almeno a una quarantina di chilometri di distanza dal fronte. La Russia da parte sua ha già detto che l’impiego dei jet statunitensi non costituisce un problema e se da settimane ha iniziato a prendere di mira gli aeroporti militari, dall’altro è prevedibile che sia in cielo che a terra gli F-16 saranno un obbiettivo che l’Ucraina dovrà difendere con particolare accuratezza. In ogni caso il loro utilizzo segna l’inizio di una nuova fase del conflitto, che non sarà né decisiva né l’ultima.

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Ucraina, arrivati i primi F-16

Telegiornale 04.08.2024, 20:00

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