La crisi dell'energia, della benzina e dei trasporti nella Gran Bretagna post-Brexit non conosce fine. Dopo giorni di lunghe code ai distributori e allarmi per la carenza di carburanti, causati dalla persistente penuria di autotrasportatori e dalla crisi del gas, il Governo conservatore di Boris Johnson, con i cittadini nel panico, è stato costretto a concedere fino a 10'500 visti di lavoro temporanei per risolvere la situazione ormai degenerata nei rifornimenti, andando contro la propria politica di contenimento degli ingressi nel Paese.
UK e la crisi del carburante
Telegiornale 25.09.2021, 14:30
I visti di tre mesi, validi da ottobre a dicembre, dovranno rispondere alla mancanza di autisti di mezzi di pesanti, ma anche di personale in altri settori chiave dell'economia britannica. "Ma nel brevissimo termine gli acquisti trainati dal panico stanno causando problemi davvero seri", spiega Brian Madderson, presidente della Petrol Retailers Association (Pra), che rappresenta circa 5000 stazioni di servizio.
L'assalto ai distributori e ai negozi
Negli ultimi giorni, nonostante le rassicurazioni del Governo, i distributori di benzina sono stati presi d'assalto per paura del ritardo delle consegne di carburante, una situazione che ha riguardato anche i reparti di prodotti agroalimentari in negozi e supermercati.
Prezzi alle stelle del gas da riscaldamento
Ora milioni di britannici temono di avere problemi anche per il riscaldamento durante la stagione invernale visto che, a causa dei prezzi del gas all'ingrosso schizzati alle stelle, i fornitori continuano a fallire. Dopo il crollo di Avro Energy e Green, quest'anno sono arrivate a nove le aziende del settore che hanno chiuso i battenti. In tutto fornivano gas a quasi due milioni di famiglie.
"Per ora non necessario l'intervento dell'esercito"
Al momento, ridimensionando un'ipotesi fatta circolare dai giornali, un portavoce di Downing Street, a margine di una riunione ad hoc del consiglio dei ministri, ha dichiarato di non prevedere, per ora, il ricorso ai riservisti dell'esercito per far fronte alla crisi della benzina innescata dal rallentamento delle forniture verso la rete delle stazioni di servizio in seguito alla mancanza di autisti come frutto delle conseguenze della Brexit oltre che del dopo-pandemia. "Attualmente non è necessario, ma come ogni Governo responsabile stiamo predisponendo ogni ulteriore misura che dovesse servire", ha precisato il portavoce.
Il ministro: allarme esagerato
Il ministro dell'Ambiente e dell'Agricoltura, George Eustice, ha da parte sua ribadito che nel Regno non c'è alcuna penuria di carburanti, poiché depositi e raffinerie "sono piene", semmai un problema di distribuzione. Problema temporaneo, "in via di soluzione" e che sarebbe stato evitabile del tutto, secondo Eustice, se le organizzazioni di categoria (alla ricerca d'aiuti governativi) e i media non avessero alimentato "l'allarme" inducendo i consumatori "più ansiosi" al dar vita a code alle stazioni di servizio e a un accaparramento fuori dall'ordinario dei rifornimenti.