Le attese del mondo si sono concentrate nelle ultime ore sull'esito dei nuovi colloqui nella regione bielorussa di Brest, fra le delegazioni ucraina e russa. Al termine degli stessi, le parti si sono accordate sulla creazione di "corridoi umanitari" per lo sgombero dei civili dalle aree al centro dei combattimenti. Le evacuazioni, secondo quanto precisato da uno dei negoziatori russi, saranno coordinate dai ministeri della difesa dei due Paesi.
Ucraina, i negoziati
Telegiornale 03.03.2022, 13:30
A guidare i rappresentanti di Kiev è stato sempre il ministro della difesa Oleksii Reznikov, mentre la delegazione di Mosca è capeggiata da Vladimir Medinsky, consigliere del presidente Putin. La Russia vuole negoziare "per evitare un ulteriore bagno di sangue" aveva prima dichiarato la portavoce del ministero degli esteri russo, aggiungendo di attendersi che le trattative portassero "al ripristino della pace nel Donbass e al ritorno di tutti i popoli dell'Ucraina ad una vita pacifica". Per parte sua Volodymyr Zelensky aveva invece dichiarato di voler negoziare direttamente con il capo del Cremlino: "È il solo modo per fermare questa guerra", ha detto il presidente ucraino dicendosi "aperto e pronto ad affrontare tutte le questioni".
Ma a fronte di questi toni, solo in apparenza più concilianti, resta ben diversa la realtà sul terreno. Le forze russe sono infatti sempre all'offensiva e, dopo la conquista dell'importante centro di Khersov, nei pressi della penisola di Crimea, continuano a bombardare diverse località strategiche dell'Ucraina. L'incursione aerea che ha colpito la città di Tcherniguiv, nel nord-est del Paese, ha causato la morte di almeno 33 di persone. Mariupol continua a resistere agli attacchi, mentre si prepara quindi ad un possibile assalto la città di Dnipro, che ha circa un milione di abitanti ed è stata finora risparmiata dagli scontri.
A livello internazionale la pressione su Mosca resta sempre assai accentuata. Dopo la risoluzione di condanna votata ieri dall'Assemblea generale dell'ONU, gli Stati Uniti si apprestano a disporre nuove misure dirette contro gli oligarchi russi. E intanto, come ha indicato oggi Ursula von der Leyen, sono al momento una quarantina gli Stati che si sono integralmente allineati alle sanzioni decise contro la Russia dall'Unione Europea. Esse hanno già un "massiccio impatto sull'economia russa", ha sottolineato la presidente della Commissione UE, aggiungendo che se la situazione dovesse peggiorare saranno adottate ulteriori misure.