Dovranno scontare fino a dieci anni di carcere i 45 attivisti pro-democrazia che a maggio a Hong Kong erano stati giudicati colpevoli di aver violato la legge sulla sicurezza nazionale promulgata nel 2020. Le condanne sono state rese note martedì.
Gli imputati erano stati accusati, nel 2021, di “cospirazione al fine della sovversione” per il loro ruolo avuto in un “voto alle primarie non ufficiali” nel 2020, in vista delle parlamentari poi rinviate. Alla sbarra erano comparsi 47 attivisti, di cui due sono stati assolti.
La condanna più pesante è stata inflitta a Benny Tai, considerato come “mente e organizzatore” del gruppo. Nei suoi confronti sono stati decisi 10 anni di reclusione.
Le primarie erano state concepite per aumentare le possibilità di far eleggere candidati pro-democrazia al parlamentino locale al voto del 2020. Secondo l’accusa, l’obiettivo era di paralizzare e indebolire il governo di Hong Kong.
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