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I cent’anni dalla morte di Lenin passati in sordina in Russia

Le autorità non hanno organizzato eventi ufficiali – La scheda: il padre della rivoluzione ebbe forti legami con la Svizzera

  • 21.01.2024, 21:00
  • 22.01.2024, 11:39
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100 anni dalla morte di Lenin

Telegiornale 21.01.2024, 20:00

  • Keystone
Di: Telegiornale/Agenzie/RSI Info 

Le autorità in Russia non hanno organizzato alcun evento ufficiale per celebrare il 21 gennaio, giorno della morte di Vladimir Lenin, padre dell’URSS, scomparso esattamente 100 anni fa, nel 1924. La sua memoria è stata praticamente ignorata. Solo poche centinaia di persone e il Partito comunista gli hanno reso omaggio a Mosca, sulla Piazza Rossa, dove si trova il mausoleo che conserva le sue spoglie.

Quando Lenin morì, il 21 gennaio 1924, le autorità sovietiche imbalsamarono rapidamente il suo corpo e costruirono un mausoleo, un tempio in pietra lucida rossa e nera nel cuore della piazza simbolo della capitale. Per decenni fu un luogo di pellegrinaggio per tutti i cittadini sovietici, ma oggi è diventato ormai un’attrazione turistica. Il presidente Vladimir Putin da anni evita pubblicamente di parlare di Lenin per il suo presunto ruolo nella divisione dell’impero russo in Stati nazionali come l’Ucraina; quindi, non ha neanche commentato il centenario.

La scheda

Padre della rivoluzione, Lenin ebbe anche un grande legame con la Svizzera, dove abitò tra il 1914 e il 1917, prima di fare ritorno in patria con un treno partito proprio da Zurigo.

Vladimir Illic Uljanov, detto Lenin, nasce a Simbirsk, città sulle rive del Volga, il 22 aprile 1870. La famiglia gli assicura un’educazione progressista e illuminata in forte contrasto con l’immobilismo culturale e politico della Russia di fine ‘800, dove gli zar governano con la repressione una società povera e arretrata. Nel 1887 suo fratello Alexander dopo aver tentato di assassinare lo zar Alessandro III, viene arrestato e condannato a morte. L’episodio segna per sempre il giovane Lenin che inizia a maturare idee politiche radicali.

Nel 1895, Lenin è ormai divenuto il leader di un collettivo marxista attivo a San Pietroburgo. Tuttavia, nel giro di qualche mese, il gruppo viene smantellato dalla polizia e Lenin è condannato all’esilio in Siberia. Nel 1898 può tornare all’attività politica, ha però il divieto di vivere nelle grandi città e per questo motivo decide di trasferirsi in Germania, dove resta fino al 1905, quando rientra in Patria per sostenere le proteste in corso e lanciare la sua idea di rivoluzione.

Ma è costretto suo malgrado a lasciare nuovamente il paese per rifugiarsi prima in Germania e dopo in Svizzera, dove arriva nel 1914. Lenin, dapprima risiede a Berna. Poi, nel 1916, si trasferisce a Zurigo per lavorare ad alcuni libri nella biblioteca centrale. All’inizio del 1917 la Russia, entrata in guerra contro la Germania, è sull’orlo del collasso politico-economico. Nuove proteste mettono a ferro e fuoco San Pietroburgo. Lenin coglie l’attimo e il 9 aprile del 1917 arriva in Russia, nascosto su un treno merci partito da Zurigo. Il 7 novembre, infine, la presa del Palazzo d’Inverno, celebrata come momento simbolico della rivoluzione.

Il 25 maggio 1922, mentre è alle prese con la non facile amministrazione di un paese immenso e alle prese con grosse difficoltà socio-economiche, è colpito da un ictus. Muore il 21 gennaio 1924, all’età di 54 anni. La salma viene imbalsamata e diventa un autentico oggetto di culto. Il suo cervello è sezionato e studiato, perché si ritiene che possegga capacità straordinarie.

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