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I dirigenti musulmani: quella di Israele non è autodifesa

Vertice congiunto tra Lega Araba e Organizzazione della Cooperazione Islamica a Riad

  • 11 novembre 2023, 17:17
  • 25 settembre, 12:35
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Il principe ereditario saudita Mohamed bin Salman (d) e il presidente iraniano Ebrahim Raisi

  • KEystone
Di: AFP/RSI Info 

I leader dei Paesi arabi e musulmani hanno respinto sabato l’argomentazione di “autodifesa” di Israele nella Striscia di Gaza e hanno chiesto l’immediata sospensione delle operazioni militari dello Stato ebraico.

La dichiarazione finale di un vertice tenutosi nella capitale saudita Riad afferma che i membri della Lega Araba e i Paesi musulmani “rifiutano di descrivere questa guerra come autodifesa o di giustificarla con qualsiasi pretesto”.

I leader arabi e il presidente iraniano si sono incontrati sabato in Arabia Saudita per un vertice congiunto per sottolineare l’urgenza di porre fine alla guerra tra Israele e il movimento palestinese Hamas nella Striscia di Gaza, un conflitto che rischia di incendiare la regione.

Le riunioni d’emergenza congiunte della Lega Araba e dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) si sono svolte a Riad, cinque settimane dopo l’inizio della guerra scatenata dal sanguinoso attacco del movimento islamista palestinese Hamas sul suolo israeliano il 7 ottobre.

“Serve risoluzione ONU”

I dirigenti islamici hanno inoltre esortato il Consiglio di sicurezza dell’ONU a votare una risoluzione decisiva e vincolante per mettere fine “all’aggressione” israeliana nella Striscia. Astenersi da ciò, “non fa altro che incoraggiare Israele a continuare con la sua aggressione brutale che provoca la morte di innocenti”, si legge nella dichiarazione finale del summit.

Bin Salman: “Stop all’occupazione”

L’Arabia Saudita “ritiene le autorità di occupazione (israeliane, ndr.) responsabili dei crimini commessi contro il popolo palestinese”, ha dichiarato il principe ereditario Mohammed bin Salman all’apertura del vertice.

“Siamo certi che l’unico modo per garantire la sicurezza, la pace e la stabilità nella regione sia porre fine all’occupazione, all’assedio e agli insediamenti”, ha aggiunto.

Raisi: “È Israele a essere terrorista”

Il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, in visita in Arabia Saudita per la prima volta dal riavvicinamento tra i due Paesi dello scorso marzo, ha invitato i Paesi islamici a designare l’esercito israeliano come “organizzazione terroristica”.

Israele, lo ricordiamo, afferma di voler distruggere Hamas e incolpa il movimento dell’alto numero di vittime, accusandolo di usare i civili come scudi umani, cosa che il gruppo nega.

01:47

Gli ospedali, nuovi obiettivi strategici

Telegiornale 11.11.2023, 12:40

Differenze regionali

Inizialmente la Lega Araba e l’OCI avrebbero dovuto tenere i loro incontri separatamente, ma il Ministero degli Esteri saudita ha annunciato all’inizio di sabato che i due vertici si sarebbero tenuti congiuntamente.

Due diplomatici arabi hanno riferito all’agenzia di stampa AFP che la decisione è stata presa in seguito a disaccordi su una dichiarazione finale per il vertice arabo.

Secondo i diplomatici, alcuni Paesi, in particolare Algeria e Libano, hanno proposto di interrompere i legami economici e diplomatici con Israele e di interrompere le forniture di petrolio al Paese e ai suoi alleati. Tuttavia, almeno tre Paesi, tra cui gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein, che hanno normalizzato le relazioni con Israele nel 2020, hanno respinto questa proposta.

Si moltiplicano gli appelli per un cessate il fuoco

Le organizzazioni umanitarie internazionali hanno nel frattempo moltiplicato gli appelli per un cessate il fuoco a Gaza, dove l’acqua potabile e le medicine scarseggiano disperatamente.

Israele e il suo principale alleato, gli Stati Uniti, hanno tuttavia finora respinto le richieste di cessate il fuoco.

“È vergognoso che i Paesi occidentali, che parlano sempre di diritti umani e libertà, rimangano in silenzio di fronte ai continui massacri in Palestina”, ha dichiarato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

Il presidente dell’Autorità Palestinese, Mahmoud Abbas, da parte sua ha sottolineato che Washington ha “la maggiore influenza su Israele” e “porta (di conseguenza) la responsabilità dell’assenza di una soluzione politica” al conflitto.

Il presidente siriano Bashar al-Assad ha ritenuto che l’assenza di misure punitive contro Israele avrebbe reso il vertice “privo di significato” e ha sostenuto di non impegnarsi in un processo politico con Israele fino a quando non sarà stato raggiunto un cessate il fuoco a Gaza.

Abbiamo bisogno di “misure persuasive per fermare i crimini di guerra”, ha dichiarato inoltre l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim ben Hamad Al-Thani, il cui Paese è coinvolto negli sforzi per ottenere il rilascio degli oltre 200 ostaggi israeliani e stranieri detenuti a Gaza.

Anche il presidente indonesiano Joko Widodo e il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi sono nella lista dei partecipanti al vertice.

20:33

La guerra oltre la notizia

RSI Info 10.11.2023, 16:10

Condannate le violazioni del diritto umanitario

L’Iran non solo sostiene Hamas, ma anche il movimento islamista libanese Hezbollah e i ribelli Houthi in Yemen, facendo temere un’estensione del conflitto. Israele e Hezbollah si scambiano quotidianamente razzi e colpi d’artiglieria al confine israelo-libanese, mentre gli Houthi hanno rivendicato la responsabilità di diversi attacchi con droni e missili contro il sud dello Stato ebraico.

Secondo gli analisti, la monarchia saudita, che mantiene stretti legami con Washington e che prima della guerra stava considerando di normalizzare le relazioni con Israele, teme di essere presa di mira.

Venerdì il principe ereditario saudita ha denunciato le “continue violazioni del diritto umanitario internazionale da parte delle forze di occupazione israeliane”, nella sua prima dichiarazione pubblica sulla guerra.

Secondo le autorità israeliane, il giorno dell’attacco di Hamas sono state uccise circa 1’200 persone da parte israeliana, la maggior parte delle quali civili. Secondo le stesse fonti, 239 persone sono state rapite e portate nella Striscia di Gaza.

Da allora, Israele ha bombardato senza sosta il territorio palestinese controllato da Hamas. Secondo il Ministero della Sanità del governo di Hamas, sono state uccise più di 11’000 persone, tra cui almeno 4’500 bambini.

Cifre che non possono essere verificate in maniera indipendente; tuttavia, anche funzionari statunitensi hanno avanzato cifre con quest’ordine di grandezza.

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