Sono 17 i migranti autorizzati a scendere dalla nave Diciotti, ormeggiata a Catania. Si tratta di sei uomini, cinque affetti da scabbia, oltre che da malattie respiratorie come polmonite e tubercolosi, e uno da infezione alle vie urinarie, e di 11 donne, violentate quando ancora si trovavano in Libia. L'emergenza medica e i relativi rischi di contagio erano stati constatati sabato mattina dagli ispettori inviati dal Ministero della sanità italiano.
Sul pattugliatore della guardia costiera, da cinque giorni ancorato in quello scalo dopo un'ormai consueta odissea, sono stati nel frattempo trasportati stuoie per il riposo nonché materiale per l'igiene intima e di prima necessità offerti dalla Croce Rossa locale.
Nel frattempo alcuni funzionari del Ministero dell'interno erano interrogati a Roma dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio che ha avviato un’indagine per stabilire da chi venisse l’ordine di vietare lo sbarco ai profughi. Malgrado le rassicurazioni del ministro degli esteri Enzo Moavero Milanesi, il braccio di ferro tra Italia e Unione Europea per la ricollocazione dei clandestini (anche alla luce del nulla di fatto emerso dalla riunione della vigilia dell'Esecutivo comunitario) non sembra ancora avere trovato soluzione a fronte di numerosi appelli affinché l'Italia dimostri più flessibilità e agli altri Ventisei affinché si affrettino a dare disponibilità di accoglienza.
ATS/ANSA/AFP/Swing/dg