Quattro attori, che opereranno in sintonia, gestiranno la striscia di Gaza dopo la sconfitta di Hamas nelle intenzioni di Israele: l’esercito israeliano, l’Egitto, una task force multinazionale e dei comitati locali palestinesi. E’ questo il piano che il ministro della difesa Yoav Gallant ha preparato insieme ai vertici militari e che viene ora discusso dal gabinetto di guerra, poi passerà a un forum più ampio: il gabinetto politico di sicurezza.
Stando alle indiscrezioni raccolte dalla televisione pubblica israeliana Kan, l’idea è che l’esercito israeliano si occupi soprattutto della raccolta di informazioni, e pur mantenendo piena libertà di azione non avrà un ruolo nella vita civile della striscia. L’Egitto sarà la porta di ingresso di quanto servirà per la ricostruzione e dovrà impedire ogni contrabbando. Una task force multinazionale guidata dagli USA e con la possibile partecipazione di europei e paesi arabi “moderati” si occuperà della ricostruzione. Infine, l’amministrazione civile sarebbe affidata a dei comitati locali palestinesi.
Oltre, ovviamente, a non prevedere alcun ruolo per Hamas - che Israele intende semplicemente distruggere - il piano non prevede alcun ruolo nemmeno per l’Autorità nazionale palestinese, in linea con quanto sempre affermato dal premier Netanyahu secondo cui fu un errore accettare il piano di pace di Oslo, la creazione dell’autorità e il principio “due popoli, due Stati”.
Ma il documento non riflette nemmeno tutte le ambizioni di Netanyahu, con il quale Gallant avrebbe tra l’altro avuto (sempre secondo indiscrezioni) diversi screzi culminati in un recente diverbio, per il rifiuto del premier di consentirgli contatti diretti con i vertici dei servizi segreti, senza la presenza del primo ministro.
Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant
Gallant ha confermato che Israele intende trasformare la guerra in una serie di operazioni più mirate, che abbiano per obbiettivo l’eliminazione dei membri di Hamas, la distruzione delle sue infrastrutture (tunnel, basi) e il salvataggio degli ostaggi. “Gli abitanti di Gaza sono palestinesi, quindi saranno organi palestinesi a occuparsene, a condizione che non ci siano atti ostili o minacce contro lo Stato di Israele” ha spiegato. Quanto alla durata delle operazioni “continueranno per tutto il tempo che riterrò necessario”, ha detto.
Medio Oriente, l'analisi di Lorenzo Forlani
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