Le forze armate israeliane hanno confermato l’inizio del ritiro di migliaia di truppe dalla Striscia di Gaza, in quello che potrebbe essere l’inizio di una riduzione delle attività sul teatro delle operazioni.
Il portavoce delle IDF, il contrammiraglio Daniel Hagari, non ha voluto confermare o smentire che si tratti dell’inizio di una nuova fase. Israele è sotto una crescente pressione internazionale perché metta fine alle operazioni militari iniziate dopo il massacro del 7 ottobre (circa 1’140 morti) e che hanno già provocato oltre 22’000 vittime, secondo il Ministero della sanità della Striscia controllato da Hamas. L’ultimo bilancio è di 22’185 morti, 207 dei quali uccisi nelle ultime 24 ore.
Le truppe interessate torneranno alle loro basi per addestramento o verranno semplicemente rimandate a casa. Si tratta in buona parte di soldati della riserva, che hanno dovuto interrompere le loro attività lavorative, provocando un netto e generale rallentamento dell’economia. Proprio oggi la Banca centrale israeliana ha deciso, per la prima volta in quasi quattro anni, un abbassamento del tasso di interesse a breve termine, mossa che conferma i timori per l’aumento dell’inflazione e per il calo del PIL.
La guerra durerà tutto l’anno
Il governo israeliano ha comunque avvertito che la guerra continuerà “per tutto il 2024”. Anche la notte di Capodanno è stata segnata da attacchi al territorio palestinese e dal lancio di razzi su Tel Aviv.
Nuovi scontri nella Striscia di Gaza
Telegiornale 01.01.2024, 11:55
Almeno 24 persone sono state uccise nella notte di Capodanno, durante gli attacchi a Khan Yunes e Rafah, nel sud della Striscia. Hamas ha risposto con attacchi missilistici su diverse parti di Israele, tutti intercettati. Lunedì mattina invece le sirene di allarme hanno suonato nel nord di Israele, esposto soprattutto agli attacchi di Hezbollah dal Libano del sud.
Tensioni regionali
Il ministro della Difesa britannico Grant Shapps ha dichiarato lunedì di essere pronto a intraprendere “azioni dirette” contro i ribelli Houthi nel Mar Rosso - yemeniti di confessione sciita sostenuti dall’Iran - che da settimane attaccano le navi in transito nel Mar Rosso allo scopo di colpire gli interessi di Israele e dell’Occidente.
Il 31 gennaio l’esercito statunitense ha annunciato di aver affondato tre imbarcazioni appartenenti ai ribelli che in precedenza avevano attaccato l’ennesima portacontainers. Dieci ribelli sono stati uccisi nell’attacco.
Un medico a Gaza
RSI Info 22.12.2023, 18:00
Contenuto audio