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Il Golan conteso

La testimonianza dell'inviato RSI in Israele, Jonas Marti: "Dopo la dichiarazione di Trump non cambierà nulla"

  • 26 marzo 2019, 23:35
  • 22 novembre, 22:37
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La testimonianza dell'inviato RSI in Israele, Jonas Marti: “Dopo la dichiarazione di Trump non cambierà nulla”

RSI Info 26.03.2019, 22:27

Di: TG/px 

La situazione resta tesa a Gaza, dopo una notte trascorsa sotto i bombardamenti dell'aviazione israeliana seguiti dal lancio di razzi diretti verso Tel Aviv da parte di Hamas, gruppo islamico palestinese che dal 2007 governa la Striscia. Ma a tenere alta la tensione è anche la decisione degli Stati Uniti, ufficializzata lunedì, di riconoscere la sovranità di Israele sulle Alture del Golan, un territorio annesso dall'esercito israeliano nel 1967 durante la Guerra dei sei giorni.

"Qui vivono 27'000 arabi siriani e un numero simile di israeliani. Paradossalmente entrambi pensano la stessa cosa: la dichiarazione di Donald Trump non cambierà nulla. - spiega l'inviato RSI in Israele, Jonas Marti - Questo perché gli ebrei reputano il Golan già loro, mentre gli arabi dicono già da 52 anni di vivere sotto occupazione, con diritti civili molto limitati. Il loro sogno è sempre quello di tornare un giorno siriani anche se non ora, non con il regime di Assad, non mentre c'è ancora una guerra civile", ha concluso Marti.

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