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"Il PD non è di Renzi"

Crisi della sinistra italiana, intervista all’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia che ha presentato Campo Progressista

  • 11 marzo 2017, 14:08
  • 23 novembre, 06:29
Gliuliano Pisapia

Gliuliano Pisapia

  • Keystone

In Italia la sinistra cerca di ripartire unita attorno al nuovo progetto presentato sabato mattina a Roma da Giuliano Pisapia, mentre al Lingotto di Torino è in corso la seconda giornata della kermesse organizzata dal segretario del Partito democratico Matteo Renzi. Un progetto – chiamato Campo Progressista - che, spiega l'ex sindaco di Milano, intervistato dall’inviato del Radiogiornale RSI, nasce con il sostegno anche di esponenti che hanno da poco abbandonato il PD, delusi da Matteo Renzi.

Quali le prospettive quindi di questa nuova formazione?

Campo progressista vuole essere un soggetto politico-culturale che si mette al servizio della collettività per creare insieme a tanti altri un nuovo centrosinistra ampio e aperto. È del tutto evidente che ci vuole una discontinuità con le politiche degli ultimi venti anni, realizzate dal centrodestra ma purtroppo riguardano anche quelle messe in atto dal centrosinistra. Non vogliamo fare un nuovo partito, non vogliamo ulteriormente frammentazioni, ma vogliamo una discontinuità di metodo e di merito: basta con l’uomo solo al comando.

Senza il PD di Renzi, però, il centrosinistra non può vincere, eppure oggi con lei ci sono persone che non lo possono sopportare e hanno rotto con lui.

Intanto il PD non è di Renzi, il PD è dei militanti e degli elettori del Partito Democratico, con cui mi confronto ogni giorno. Detto questo, so che molte persone non amano Renzi, uno dei compiti che Campo Progressista può e deve avere – e che abbiamo dimostrato in grandi realtà di saperlo fare, non solo a Milano – è quello di dire che la politica non si fa né con l’astio, né con l’odio, né con l’insulto, ma soprattutto con il dialogo e con il confronto, rispettando anche le idee diverse dalle proprie. Le differenze, per chi ha gli stessi principi, sono una ricchezza se queste comportano un dialogo e poi una scelta comune.

Cercherà un dialogo anche con il Movimento Cinque Stelle?

Io so che tantissimi elettori di centrosinistra hanno votato i Cinque Stelle, o non sono più andati a votare. Io voglio parlare con il loro elettorato, un elettorato che chiaramente è arrabbiato, per far loro vedere che è possibile fare buona politica, ma un conto è anche fare le cose e non dire sempre no.

Diem/RG

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