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Il blocco indiano sul riso spaventa l'Africa

Più che la sospensione russa dell'accordo sul grano, il divieto all'export cerealicolo deciso da New Dehli potrebbe avere gravi ripercussioni alimentari sui paesi più poveri

  • 23 luglio 2023, 06:56
  • 4 settembre 2023, 17:00

SEIDISERA del 22.07.23 - Il blocco indiano sul riso

RSI 22.07.2023, 23:14

  • Keystone
Di: SEIDISERA/RedMM

L’uscita di Mosca dall’accordo sulle esportazioni di grano attraverso il Mar Nero non dovrebbe aver forti ripercussioni sui paesi africani. Ai timori sollevati dall’ONU, la Russia ha ribattuto che il proprio impegno verso l’Africa continuerà. Come già riferito, secondo il Financial Times Putin avrebbe un piano per rifornire, attraverso Turchia e Qatar, il continente di cereali con l’obiettivo di penalizzare Kiev sui mercati globali.

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Più concreto, anche se meno mediatizzato, sembra essere invece il rischio di una penuria di riso. L'India infatti ha deciso di bloccare con effetto immediato le esportazioni di questo cereale per rispondere al suo fabbisogno interno.

L'India è il primo esportatore mondiale, con il 40% del mercato e questa volta sembra proprio che il blocco colpirà i paesi più poveri, compresi quelli africani. Il divieto imposto da New Dehli, spiega alla RSI la collaboratrice Chiara Reid, concerne solo il riso bianco e integrale, non il basmati e il semilavorato parboiled. Si parla di 17 milioni di tonnellate, che non potranno lasciare il paese, sui 50 milioni prodotti. Una quantità minoritaria, ma si tratta del riso di più bassa qualità e forma alla base della nutrizione dell'indiano medio e di paesi come il Nepal, il Benin, il Bangladesh, il Senegal, Togo, Costa d'Avorio, Malesia che sono in cima alla lista dei compratori.

Per questi paesi sarà ora estremamente difficile rifornirsi altrove, perché anche gli altri produttori, come il Vietnam e la Thailandia, non hanno tanto surplus da vendere. Invece il basmati, che finisce soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, continuerà ad arrivare.

È un blocco, dunque, che affligge i più poveri. Ma dal punto di vista dell'India si tratta invece di proteggere i propri poveri. Nel paese dove vive quasi un miliardo e mezzo di persone si combatte contro un'inflazione galoppante concentrata nei settori dei beni alimentari di prima necessità. La settimana scorsa, ad esempio, ci sono state rivolte per il prezzo dei pomodori che, a causa del monsone ritardato, è aumentato del 400%. Il riso non basmati, secondo il governo, è salito di prezzo dell'11% in un anno, il 3% nel solo mese di giugno. Delhi aveva già imposto una tassa del 20% sulle esportazioni, ma questo non ha scoraggiato i compratori. Dunque ora arriva il blocco totale.

Tuttavia gli agricoltori puntano sempre più su raccolti proficui. Ancora non è chiaro, se la mossa del governo farà scendere il prezzo del riso al dettaglio.

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