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"In Transnistria provocazioni di Mosca"

Iulian Groza, membro del Consiglio di sicurezza della Moldova: "Solo la Russia ha interesse a destabilizzare la regione"

  • 26 aprile 2022, 20:03
  • 20 novembre, 16:02
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Il checkpoint tra Moldova e Transnistria in un'immagine d'archivio

Di: Elena Boromeo 

Le esplosioni che si sono verificate in Transnistria ieri e oggi "sono provocazioni che mirano a destabilizzare la regione", e "l'unico attore che ha interesse a farlo è la Federazione russa". A dirlo alla RSI è Iulian Groza, membro del Consiglio di sicurezza della Moldova, l'organismo che questa mattina si è riunito per valutare la situazione dopo che ieri una granata ha colpito l'edificio delle autorità locali della sicurezza pubblica a Tiraspol, capitale della regione separatista filorussa.

"Le ragioni per questi atti a mio avviso possono essere solo due: distrarre i militari ucraini impegnati a difendere il fronte di Odessa, oppure creare una destabilizzazione interna alla Transnistria, forse per spingere l'amministrazione locale, che finora ha dichiarato di voler restare estranea al conflitto, ad avvicinarsi di più a Mosca", spiega Groza.

Il Governo della regione separatista ha già smentito queste ipotesi, dichiarando che "le tracce degli attacchi terroristici portano in Ucraina" e mirano proprio a "trascinare la Transnistria nel conflitto".

Qualunque sia l'origine degli attacchi, la Moldova sta vivendo le ore più tese dall'inizio della guerra nella vicina Ucraina. Nei giorni scorsi, il vicecomandante del distretto militare centrale russo, Rustam Minnekayev, ha affermato che "il controllo del sud dell'Ucraina è un'altra via d'accesso alla Transnistria, dove ci sono prove dell'oppressione della popolazione di lingua russa".

Nella regione separatista stazionano circa 1'500-1'800 soldati russi nel ruolo di "peace keepers". Non si tratta di un grande contingente, ma si stima che a questi potrebbero aggiungersi i paramilitari: da 10'000 a 13'000 residenti in Transnistria che potrebbero essere armati nell'ipotesi di una riesplosione del conflitto.

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Telegiornale 25.04.2022, 20:00

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