Cresce in importanza, soprattutto nelle cancellerie occidentali la questione dei disertori (o forse meglio dire dei renitenti alla leva) in Russia. Come noto il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato una - non meglio definita - mobilitazione parziale, che ha provocato la fuga di migliaia di giovani russi, in odore di arruolamento. La RSI ha intervistato la giornalista di Repubblica, Rosalba Castelletti, attualmente a Mosca.
Si calcola siano fuggiti (in questa settimana) 300'000 uomini dalla Russia. Le frontiere più calde quali sono?
"Sicuramente la frontiera con la Georgia e anche quella con il Kazakhstan. In particolare, in Georgia sono state registrate code chilometriche, tanto che alla fine la regione dell'Ossezia del Nord ha deciso di bloccare l'accesso, non solo alle due frontiere. Secondo varie denunce dei fuggiaschi, starebbero persino allestendo centri di reclutamento mobile, in modo da intercettare gli uomini in età di leva militare che stanno cercando di eludere la chiamata alla mobilitazione parziale e di portarli al fronte".
Come si sta svolgendo questa mobilitazione parziale? Ci sono indicazioni che si vada ben oltre quei 300'000 uomini annunciati da Putin? Si hanno notizie di zone dove i reclutatori arrivano nelle aziende, addirittura, a portar via le persone?
"La mobilitazione parziale farebbe capo a un decreto firmato da Putin, ma che era totalmente vago, non evidenziava nessun criterio di età, non dava indicazioni chiare. Sono arrivati poi documenti aggiuntivi della difesa che dovevano fare chiarezza, ma in realtà i reclutatori pescano un po' ovunque. Abbiamo notizia addirittura di un sessantottenne ipovedente che era stato chiamato al fronte. Sui media indipendenti circolano cifre: pare che il Cremlino stia puntando a oltre 1'000'000 di nuove reclute da portare sul fronte ucraino. Quindi regna tantissima confusione. Da qui anche il panico, che porta tanti a fuggire".
Ci sono dei Paesi che hanno già chiuso le frontiere per i russi in fuga...
"Tutta l'UE ha deciso di adottare restrizioni per quanto riguarda il rilascio dei visti turistici ai russi. In più i Paesi baltici, adesso la stessa Finlandia e Polonia hanno poi deciso di restringere l'accesso anche ai russi già in possesso di un visto Schengen ancora valido. In questo modo, però, si stanno lasciando ai russi pochissime opzioni: o la fuga, finché sarà possibile, verso Georgia, Kazakhstan, ma anche Mongolia, oppure non avranno altra scelta che dover combattere... anche se non hanno nessuna voglia di diventare carne da cannone".