Muharrem Ince, il candidato principale dell'opposizione nelle presidenziali turche che hanno sancito domenica la vittoria di Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato lunedì in una conferenza stampa di "accettare la sconfitta", pur ritenendo "ingiusto" lo scrutino. Il leader del partito social-democratico CHP, che si è fermato a poco più del 30% di consensi, ha anche aggiunto che il paese entra ora in un regime pericoloso, dove il potere sarà concentrato nelle mani di un solo uomo.
Nel frattempo il presidente della Commissione elettorale suprema (YSK) ha confermato la vittoria di Erdogan al primo turno, in attesa della pubblicazione - venerdì - dei dati ufficiali. Il "sultano" ha ottenuto il 52,55% di preferenze, pari a oltre 26 milioni di voti.
Confermati anche i risultati delle elezioni legislative. Cinque i partiti che avranno seggi in Parlamento: l'AKP di Erdogan e i nazionalisti dell'MHP, che in coalizione hanno la maggioranza assoluta, il CHP e il Buon partito di centro-destra e i filo-curdi dell'HDP.
Reuters/CAL
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"Campagna iniqua"
"Le restrizioni delle libertà fondamentali a cui abbiamo assistito hanno avuto un impatto su queste elezioni. Ci auguriamo che la Turchia elimini queste restrizioni al più presto possibile". Lo ha detto Ignacio Sanchez Amor, a capo della missione di osservazione elettorale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce). Per l'Osce l'opposizione non ha potuto fare campagna con eguali condizioni rispetto alle forze che sostenevano il presidente Erdogan. L'Osce ha comunque lodato l'alta partecipazione al voto (circa l'87%) come un segnale dell'attaccamento alla democrazia in Turchia.