“Israele ha il diritto di difendersi ma non si possono girare le spalle di fronte alla terribile situazione umanitaria a Gaza, sulla quale non si può diventare insensibili. Io non resterò in silenzio”. Così la vicepresidente USA Kamala Harris al termine del suo incontro con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, in quello che è stato il suo primo test di politica estera da quando Joe Biden l’ha appoggiata per la corsa alla Casa Bianca.
“Come ho detto a Netanyahu, è il momento di chiudere l’accordo per il cessate il fuoco e riportare gli ostaggi a casa. A tutti coloro che chiedono il cessate il fuoco e urlano per la pace, io vi vedo e vi sento. Facciamo l’accordo”, ha aggiunto Harris dopo l’incontro di oltre mezz’ora “franco e costruttivo” con Netanyahu in visita in questi giorni a Washington.
Al premier ha anche ribadito il suo l’impegno “incrollabile” nei confronti di Israele e della sua sicurezza. Israele ha “il diritto di difendersi ma come si difende è importante”, ha osservato la candidata alla Casa Bianca, riferendo di aver espresso a Netanyahu le sue “serie preoccupazioni sulla terribile situazione umanitaria a Gaza”.
“Con più di due milioni di persone alla prese con alti livelli di insicurezza alimentare e più di mezzo milione ad affrontare catastrofici livelli di acuta insicurezza alimentare, quanto accaduto a Gaza negli ultimi nove mesi è devastante”, ha aggiunto Harris. “Chiedo agli americani di incoraggiare gli sforzi per una maggiore consapevolezza della complessità e della storia della regione”, ha ancora detto la vice di Joe Biden condannando l’antisemitismo e l’islamofobia. Da qui l’invito a fare il possibile per “prevenire la sofferenza di civili innocenti. Lavoriamo per unire il nostro Paese”.
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