Cinque persone sono state condannate a morte in Arabia Saudita per l'omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi, ucciso dopo essere stato torturato nel consolato saudita, a Istanbul, nel 2018, dove il reporter si era recato per ritirare i documenti necessari a sposarsi. Lo ha annunciato la procura di Riad.
Saud al Qahtani, stretto consigliere ed ex responsabile per la comunicazione sui social media del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, non è invece stato incriminato. Secondo le indagini condotte dagli esperti dell'ONU c'erano "prove credibili" di responsabilità individuali del principe e del suo consigliere.
Alla sbarra c'erano in tutto 11 persone. Altre tre sono state condannate a 24 anni complessivi di carcere, mentre i restanti imputati sono stati assolti. La procura generale del Regno non ha identificato i condannati.
La sentenza di primo grado, contro cui sarà possibile presentare appello, è giunta dopo 9 udienze pubbliche, cui hanno potuto assistere alcuni diplomatici internazionali e familiari del reporter ucciso. Il processo è stato però fortemente criticato a livello internazionale per la mancanza di trasparenza.
Caso Khashoggi, 5 condanne a morte
Telegiornale 23.12.2019, 21:00