L’UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) ha rifiutato di ripiegare di cinque chilometri dalla “linea blu” verso nord in territorio libanese, come preteso da Israele, il cui esercito ha preso di mira i caschi blu in questi ultimi giorni. Lo ha detto il portavoce Andrea Tenenti parlando sabato all’agenzia AFP. “Ci è stato chiesto di lasciare le nostre posizioni ma c’è stata la decisione unanime di restare, perché la bandiera dell’ONU deve continuare a sventolare in questa zona”, ha affermato Tenenti.
Il contingente ha messo nuovamente in guardia contro il rischio di un conflitto regionale che “sarebbe catastrofico per tutti”, ma registra intanto il quinto ferimento di un suo soldato (si tratterebbe di un indonesiano) nel giro di 48 ore. È stato colpito venerdì sera da una pallottola di origine ancora indeterminata, non lontano dal quartier generale di Ras al Naqura. Le sue condizioni sono stabili. Giovedì e venerdì erano già stati feriti in quattro, militari dell’Indonesia e dello Sri Lanka, almeno due dei quali certamente ad opera dell’esercito dello Stato ebraico. Stando al portavoce, le postazioni e basi dell’UNIFIL hanno riportato diversi danni, anche gravi, e “lavorare è diventato molto difficile”.
L’attacco contro i caschi blu è stato bollato come “inaccettabile” dal presidente francese Emmanuel Macron, mentre Joe Biden ha chiesto a Israele di evitare il ripetersi di simili episodi. Preoccupazione è stata espressa anche da parte italiana: Roma ha fornito tre degli ultimi cinque comandanti dell’UNIFIL (quello attuale è uno spagnolo, il generale Aroldo Lazaro Saenz) e mette a disposizione uno dei gruppi più numerosi fra i 10’058 membri del contingente, 1’068 soldati in tutto. Solo quello indonesiano è superiore. I Paesi rappresentati sono cinquanta. L’UNIFIL era stata creata per sorvegliare il completo ritiro israeliano dopo la prima invasione del Libano, nel 1978. È schierata lungo la già citata “linea blu”, che rappresenta una linea di armistizio e non un confine ufficiale fra Libano e Israele. Il suo mandato è stato esteso e precisato nel corso dei decenni e ripetutamente rinnovato, l’ultima volta in agosto.
Nuovi attacchi sui due fronti
Un raid israeliano ha colpito sabato sera un mercato di Nabatieh, una città libanese a sud di Beirut. Lo riferisce l’agenzia ufficiale ANI. Il bilancio non è noto. L’esercito dello Stato ebraico aveva indicato la località prossima alla frontiera, che conta anche diversi ospedali, fra le 22 i cui abitanti erano invitati ad andarsene verso nord. Almeno 15 persone sono intanto morte e 37 sono state ferite in attacchi aerei su tre villaggio del sud. Nella giornata di sabato, festa dello Yom Kippur, Israele ha detto di aver effettuato 280 attacchi, di cui 200 in Libano contro Hezbollah, che in due giorni ha dal canto suo lanciato 320 razzi sulla Galilea.
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