La Russia ha sospeso da questa mattina, sabato, le forniture di gas all’Austria. Mosca ha annunciato ieri sera il blocco che, secondo il cancelliere austriaco Nehammer, non avrà comunque conseguenze anche con l’approssimarsi dell’inverno.
Ben diversa la situazione in Ucraina dove il freddo si fa già sentire e si farà sentire ancora di più nelle prossime settimane. Le previsioni per i prossimi giorni non sono affatto promettenti con temperature anche sotto lo zero con piogge e anche neve. A causa dei bombardamenti russi, il Paese potrebbe quindi non essere in grado di generare abbastanza elettricità da scaldare tutta la sua popolazione.
Il Comitato internazionale della Croce Rossa, che si occupa in Ucraina di limitare i danni di un inverno senza corrente per la popolazione civile, tramite il suo portavoce Peter Griffiths illustra l’attuale situazione in vista della stagione più fredda che si preannuncia come la più difficile dall’inizio della guerra.
“Le bombe russe hanno distrutto più di metà della capacità ucraina di produrre energia elettrica. Di fatto, oggi l’intera rete si sostiene grazie alle centrali nucleari, a quelle riparate in maniera di fortuna e all’energia elettrica importata dall’estero”. Ma, sottolinea il portavoce, con “la prima neve caduta già questa settimana per la rete elettrica dell’Ucraina è iniziato il periodo più difficile con il rischio di diffusi blackout”.
Vista la carenza di energia sono già stati programmati alcuni blackout nelle città ma “sono le comunità vicino al fronte quelle che pagheranno il prezzo più alto, dove in molti già oggi sono senza elettricità, senza riscaldamento e senza acqua potabile”. Gli attacchi alle infrastrutture civili hanno effetti che si diramano sulla vita delle persone, rendendo difficile sopravvivere all’inverno.
La Croce Rossa Internazionale ha compiuto interventi in varie città come Nikolai, Cerny e Zaporizhzhia per riparare o ristrutturare le reti elettriche, aiutando oltre 450’000 persone a ricevere di nuovo le forniture che erano state interrotte. Ma “nelle aree molto vicine al fronte, investire in riparazioni delle linee elettriche rischia di essere uno spreco di risorse, con i combattimenti che potrebbero causare immediatamente nuovi danni”, specifica Griffiths.
Così la Croce Rossa Internazionale si occupa di fornire brichette e mattoncini di combustibile compresso da utilizzare nelle stufe. “Distribuire questo materiale nelle aree vicino al fronte è un lavoro estremamente pericoloso” ammette il portavoce che ricorda un incidente avvenuto lo scorso settembre allorquando tre collaboratori della Croce Rossa sono rimasti uccisi da un bombardamento nel Donbass.