“Se spegnessi Starlink, la prima linea di Kiev crollerebbe”: dopo lo stop agli aiuti militari e all’intelligence, sono bastate poche righe del miliardario Elon Musk (consigliere del presidente USA Donald Trump) sui social media a riaccendere i timori di una nuova possibile picconata targata Stati Uniti contro gli sforzi di difesa dell’Ucraina.
Ormai Kiev appare rassegnata ad affrontare ogni giorno punti di frattura con l’amministrazione di Trump, e questo mentre al fronte le forze Ucraine perdono sempre più terreno, soprattutto nel Kursk (territorio russo).
Le parole del miliardario sudafricano sono state lette come una chiara minaccia a Kiev, tanto da richiedere - ma solo diverse ore dopo - una smentita da parte del diretto interessato: “Per essere estremamente chiari, non importa quanto io non sia d’accordo con la politica ucraina, Starlink non spegnerà mai i suoi terminali. Sto semplicemente affermando che, senza Starlink, le linee ucraine collasserebbero, poiché i russi possono bloccare tutte le altre comunicazioni! Non faremo mai una cosa del genere né la useremmo come merce di scambio”, ha sottolineato il patron di Tesla.
Nel frattempo, l’uscita del miliardario ha aperto un nuovo scontro a colpi di tweet con l’Europa: la Polonia - che paga 50 milioni di dollari all’anno per portare Starlink in Ucraina - ha infatti sottolineato, tramite il suo ministro degli esteri Radosław Sikorski, che “se SpaceX si dimostra un fornitore inaffidabile, saremo costretti a cercarne altri”. “Stai zitto, ometto. Paghi una piccola parte del costo e non c’è niente che possa sostituire Starlink”, la risposta al veleno di Musk, ormai pronto a scazzottate digitali con chiunque non gli vada a genio, dai semplici utenti ai ministri stranieri.
Per provare - ma non troppo - a smorzare i toni, nello scontro era intervenuto anche il Segretario di Stato USA, Marco Rubio: “Nessuno ha minacciato di tagliare Starlink all’Ucraina”, ha affermato replicando a Sikorski. “E dite grazie perché senza Starlink l’Ucraina avrebbe perso la guerra molto tempo fa e i russi sarebbero al confine con la Polonia ora”.
In ogni caso, le parole di Musk sono tornate ad alimentare un dibattito, quello sul futuro del sistema Starlink in Ucraina, avviato già da settimane, dopo che sui media è corsa l’indiscrezione secondo cui l’ipotesi di tagliare Starlink alle forze ucraine era stata messa sul tavolo delle trattative dell’accordo sulle terre rare, come forma di pressione sui negoziatori ucraini.
Per Elon Musk, “Starlink è la spina dorsale dell’esercito ucraino”, e con lui sono d’accordo molti analisti: il sistema internet ha un ruolo fondamentale nel proteggere le comunicazioni durante la guerra, e la maggior parte delle postazioni di Kiev sul campo di battaglia sono dotate di un proprio terminale: l’anno scorso, l’Ucraina ha dichiarato che ne erano operativi circa 42’000 tra siti militari, ospedali, aziende e organizzazioni umanitarie.
All’inizio della guerra, Musk ha spedito migliaia di terminali del suo servizio di comunicazione in Ucraina per sostituire i sistemi distrutti dalla Russia dopo l’invasione, e all’epoca fu acclamato come un eroe. Ma in seguito, il miliardario ha cambiato orientamento sul conflitto, limitando l’accesso ai suoi sistemi già una volta, nell’autunno del 2022, quando è diventato più critico nei confronti della gestione della guerra da parte di Kiev.
Ora, il rischio del taglio delle connessioni è visto come sempre più concreto, tanto che l’Europa ha avviato contatti con quattro aziende, tra cui la francese Eutelsat/OneWeb, nel caso si dovesse correre ai ripari con una fornitura di connettività di backup a Kiev.
In ogni caso, perdere Starlink sarebbe un colpo durissimo per l’Ucraina - dopo la sospensione degli aiuti militari e del sostegno dell’intelligence USA - mentre affronta la rinnovata offensiva russa. Forti della svolta portata da Donald Trump, le forze di Mosca martellano infatti le città con i bombardamenti e avanzano sul fronte, in particolare quello russo del Kursk, dove in 48 ore hanno rivendicato di aver riconquistato sei villaggi dal controllo degli ucraini, mentre crescono le voci di un rischio di accerchiamento e della possibilità di una ritirata delle truppe di Kiev.
“Il coperchio del calderone fumante è quasi chiuso”, è l’immagine utilizzata da Dmitry Medvedev per parlare degli ultimi sviluppi nel Kursk. “L’offensiva continua”, ha sottolineato il superfalco di Putin secondo cui le forze russe a Kursk hanno dato alle donne russe un motivo per festeggiare sabato, in occasione della Giornata internazionale della donna.

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