In Armenia si sono chiusi domenica sera i seggi per elezioni legislative anticipate. Secondo i primi dati la partecipazione ha superato il 38%. Oltre 2 milioni e 600mila gli elettori chiamati alle urne, in un voto monitorato dagli osservatori dell'OSCE, che chiude una campagna dai toni accesi e dalle proteste di piazza contro il premier in carica, Nikol Pashinyan, molto criticato dopo la sconfitta militare dello scorso autunno contro l'Azerbaigian nel Nagorno-Karabakh.
Si tratta di un voto decisivo per il futuro politico del premier Pashinyan, che ha votato tra i primi, questa mattina, consapevole del momento cruciale. Eletto nel 2018 come giustiziere di una vecchia élite politica corrotta, oggi l'ex giornalista lotta per riguadagnare legittimità dopo le vaste proteste di piazza seguite alla disfatta in Nagorno-Karabakh.
Principale sfidante di Pashinyan è l'ex presidente Robert Kocharyan, rappresentante di quella vecchia guardia accusata di corruzione, spazzata via dal premier in carica nel 2018, ma che oggi accusa il suo avversario politico di incompetenza e a cui si contrappone come leader esperto.
Nonostante le molte riforme avviate nel Paese, a Pashinyan, infatti si rimprovera in larga parte la sconfitta contro l'Azerbaigian. Un conflitto durato sei settimane, costato 6'500 morti e conclusosi a novembre con un cessato il fuoco mediato dalla Russia, in cui il Governo armeno ha ceduto gran parte del territorio conteso e concesso l'arrivo sul terreno di duemila soldati russi.