Compagnie aeree europee sul piede di guerra contro il progetto di legge italiano che mira a imporre un tetto ai prezzi dei voli. L’associazione di categoria ha scritto alla Commissione europea accusando Roma di violare i principi del libero commercio. Per il Governo italiano invece tutto in linea con le regole europee.
In principio è stata Ryanair a protestare contro la norma per contrastare il cosiddetto caro voli annunciata dal Governo a inizio agosto, definendola ridicola e dannosa, tanto da minacciare di lasciare l'Italia se attuata. Ora il malcontento si allarga all'intera associazione europea delle Compagnie Airlines for Europe. In una lettera inviata ieri, mercoledì, alla Commissione europea, i vettori chiedono a Bruxelles di intervenire, preoccupati per l'impatto che la norma avrà sul mercato europeo del trasporto aereo libero e deregolamentato.
Ma cosa prevede di preciso la norma voluta dal governo italiano? Innanzitutto riguarda i collegamenti aerei per le isole. Prevede che in un momento di picco della domanda, come può essere la stagione turistica estiva oppure un'emergenza nazionale, il prezzo del biglietto non può schizzare a oltre il doppio rispetto alla tariffa media. La norma impone dunque un tetto massimo alla tratta, obbligando le compagnie a sospendere l'algoritmo che fissa in maniera dinamica i prezzi del viaggio.
Per l'Associazione europea dei vettori aerei si tratta di una pericolosa prima. Altri Governi potrebbero adottarla, con gravi conseguenze per il settore. Inoltre, la vedono come una violazione della libertà di concorrenza, che è basata sul diritto di stabilire i propri prezzi. Tutte accuse respinte dal Governo italiano, secondo cui le misure sono in linea con la direttiva europea in materia di tutela dei consumatori, proprio perché li protegge dalla speculazione che spesso è alla base dell'esplosione dei prezzi. L'algoritmo, inoltre, è di per sé una pratica commerciale distorsiva.