L'Italia va al voto i prossimi 20 e 21 settembre per decidere il taglio dei parlamentari. Una vecchia battaglia del Movimento 5Stelle che mira a ridurre il numero di eletti alla Camera dei deputati da 630 a 400 e quelli del Senato da 315 a 200. Il risparmio stimato sarebbe di 100 milioni di euro all'anno, sostengono.
Una proposta che non convince tutti: i contrari, infatti, temono che, con la scusa del risparmio, si vogliano minare le basi del sistema democratico. "Il taglio dei parlamentari è il secondo attentato alla Costituzione promosso dal M5s. Il primo è stato l'abrogazione del finanziamento pubblico alla politica, dopo il quale solo i ricchi possono fare politica, mentre i poveri ne vengono esclusi; il secondo è questo taglio, dopo il quale a comandare saranno le oligarchie", ha detto Jasmine Cristallo, portavoce nazionale delle Sardine, tra le associazioni che hanno organizzato la manifestazione per il No al referendum di domenica a Roma. "Quella di M5s di un parlamento di fannulloni - ha detto Cristallo - è una narrazione farlocca. Il Parlamento non è una scatola di tonno ma il luogo della rappresentanza di tutti, a partire dalle minoranze, che con il taglio dei parlamentari si troveranno senza voce".
Con il taglio dei parlamentari si annuncia una vera e propria rivoluzione nell'architettura parlamentare che cambierà profondamente anche la 'geografia' della rappresentanza regionale. Soprattutto al Senato. Con la vittoria del Sì, ad esempio, la Lombardia sarà la regione che perderà il maggior numero di senatori: passerà dagli attuali 49 a soli 31 seggi a Palazzo Madama, perdendone ben 18. Le uniche regioni che non saranno intaccate dal taglio nella loro rappresentanza al Senato saranno le più piccole: uno solo resterà il senatore della Valle d'Aosta e due resteranno quelli del Molise. Di un terzo, da sei a quattro seggi, è infine tagliata la rappresentanza della circoscrizione Estero.
Per il referendum costituzionale confermativo, a differenza del referendum abrogativo, non è previsto il raggiungimento di un quorum di validità: l'esito referendario è comunque valido indipendentemente dalla percentuale di partecipazione degli elettori.