Tra i vari aspetti economici che accompagnano la guerra in Ucraina, è presente anche la questione del debito pubblico russo. Oggi, mercoledì, Mosca deve infatti pagare 117 milioni di dollari di interessi su due obbligazioni. Rimane però ancora incerto se e in che modo pagherà il dovuto.
Sgombriamo il campo dagli equivoci: la Russia ha un debito pubblico del 18% del prodotto interno lordo, quindi, per dirla in parole povere, i soldi per pagare i suoi debiti li ha. O meglio li avrebbe, se non fossero stati congelati buona parte degli averi della banca centrale russa, soprattutto gli euro e i dollari.
Cosa si devono aspettare dunque i possessori di obbligazioni del Governo russo? Gli scenari sono diversi. Il primo che non verranno ripagati. Il danno reputazionale però sarebbe immenso e un domani, quando la Russia tornerà sui mercati finanziari alla ricerca di fondi, non avrebbe più credibilità.
Vladimir Putin ha detto che questi debiti possono essere rimborsati in rubli. La prospettiva non è allettante, visto che il rublo, contro il dollaro, in un mese ha perso circa il 40% del suo valore. Un'idea però non del tutto arbitraria. Infatti, ci sono obbligazioni russe che prevedono il rimborso in rubli, anche se emesse in altre monete. Ma le scadenze odierne non sono tra queste.
La Russia avrà trenta giorni di tempo dopo la scadenza odierna, per decidere cosa fare. Il cosiddetto "periodo di grazia" prima di eventualmente dichiarare il default del debito. Opinione diffusa, vedremo se confermata, che Mosca si prenderà questo tempo, nella speranza che questi trenta giorni bastino per porre fine alle ostilità e, si spera, alle sanzioni economiche.