"L'affermazione della Turchia secondo le quali i rifugiati siriani stanno scegliendo di tornare indietro in mezzo al conflitto è pericolosa e disonesta. La nostra ricerca mostra che queste persone sono state ingannate od obbligate a tornare in Siria", ha dichiarato Anna Shea, ricercatrice di Amnesty International sui diritti dei migranti e dei rifugiati.
"La Turchia merita apprezzamento per aver dato ospitalità a oltre tre milioni e 600’000 siriani negli ultimi otto anni, ma non può usare la sua generosità come una scusa per violare le norme nazionali e internazionali eseguendo rimpatri in una zona di conflitto", ha aggiunto Shea. In assenza di statistiche ufficiali, stimare il numero delle persone rimpatriate a forza è difficile.
Ma sulla base di decine di interviste realizzate tra luglio e ottobre del 2019, Amnesty International ritiene che negli ultimi pochi mesi i rimpatri siano stati centinaia. Le autorità turche parlano di un totale di 315.000 persone tornate in Siria in modo del tutto volontario. “L'accordo tra Turchia e Russia dei giorni scorsi, ha ancora affermato Shea, si riferisce al “ritorno volontario e sicuro” dei rifugiati in una “zona sicura” che però deve ancora essere realizzata.
ATS/ANSA/Swing