La Turchia ha continuato venerdì la sua offensiva contro i miliziani curdi nel nordest della Siria e questo benché siano fioccate le condanne internazionali e gli avvertimenti americani. Lanciata mercoledì subito dopo l’annuncio del ritiro di truppe americane, l’operazione “Fonte di pace” ha visto circa 100'000 persone fuggire dalle loro case bombardate e il bilancio provvisorio è di almeno un centinaio di morti, secondo quanto riferisce l’Osservatorio siriano dei diritti dell’uomo. Ankara parla di "342 terroristi curdi neutralizzati", quindi catturati, feriti o uccisi.
Giovani combattenti curdi
Negli Stati Uniti il presidente Donald Trump si sta impegnando per evitare d’apparire come colui che ha abbandonato gli alleati curdi di Washington e ha deciso di assumersi il ruolo di mediatore nella questione, senza però convincere Ankara a rinunciare alla sua attività bellica.
È del resto vero che la sua decisione di ritirare i militari statunitensi ha accelerato i tempi dell’operazione turca e provocato un’ondata d’indignazione pure in seno al partito repubblicano. Il Pentagono ha riferito che il segretario alla difesa Mark Esper ha avuto modo giovedì di discutere con il suo omologo turco, al quale ha espresso l’esigenza di frenare l’operazione e segnalato che quest’ultima potrebbe avere conseguenze spiacevoli per la Turchia, paese membro della NATO.
Offensiva turca, l'analisi
Telegiornale 11.10.2019, 22:00
Steve Mnuchin, segretario al tesoro, ha minacciato "sanzioni significative", con l'accordo della Casa Bianca. Misure, però, non ancora attivate e Recep Tayyip Erdogan ha già comunque risposto che in ogni caso l'offensiva andrà avanti. Anche svariati Governi europei hanno ha loro volta evidenziato la loro preoccupazione per quanto accade in Siria e minacciato Ankara di pesanti sanzioni se continuerà a portare avanti l’azione militare contro i curdi.
RG 08.00 dell'11.10.2019 - Donatella Rovera di Amnesty International al microfono di Chiara Savi
RSI Info 11.10.2019, 12:33
Contenuto audio
Bruxelles è particolarmente seccata per la minaccia del presidente turco di dare via libera verso l'Europa a 3,6 milioni di rifugiati siriani ora in Turchia e per i quali il Governo turco ha già ricevuto dall'UE il 97% dei 6 miliardi di euro promessi. Una misura concreta è stata adottata dall'Olanda, che ha sospeso le forniture militari.
La manifestazione di Berna
Manifestazioni in Svizzera
Sanzioni "economiche e diplomatiche" nei confronti della Turchia sono state chieste anche alla Svizzera dai 250 curdi che si sono riuniti venerdì sulla Piazza delle Nazioni di Ginevra. La comunità chiede un incontro con Ignazio Cassis e rappresentanti del Parlamento federale. Presente alla manifestazione, la consigliera nazionale Laurence Fehlmann Rielle (PS/GE), ha affermato che di fronte alla volontà di attuare una "pulizia etnica", "una semplice condanna non è sufficiente". Solidarietà con i curdi è stata manifestata anche dalle circa 1'000 persone scese venerdì sera nelle strade di Berna.