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La disperazione di Gaziantep

Il reportage dalla città turca vicina all'epicentro del devastante sisma di lunedì. Si continua a scavare tra le macerie dei palazzi crollati

  • 10 febbraio 2023, 13:40
  • 20 novembre, 11:58
02:55

RG 12.30 del 10.02.23: il reportage da Gaziantep di Filippo Cicciù

RSI Info 10.02.2023, 13:40

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Di: Filippo Cicciù/M. Ang. 

A Gaziantep la disperazione si manifesta già all'areoporto. I pochi voli da Istanbul trasportano il personale della Protezione civile, qualche giornalista e soprattutto persone che sanno di avere perso parenti a causa del sisma o lo scoprono non appena incontrano il resto della famiglia in lacrime, dopo essere atterrati in città.

Gaziantep si trova a qualche decina di chilometri dall'epicentro del terremoto che ha colpito la regione il 6 febbraio. Per questo motivo ci sono stati danni anche nel centro della città, dove si vedono macerie per strada. È crollata una moschea del XVII secolo, come anche le torri dell'antico castello di epoca romana sulla collina.

A quattro giorni dal sisma si continua a scavare tra le macerie di quartieri periferici, dove sono crollati interi palazzi da oltre dieci piani. Tra la popolazione anche chi non ha perso la casa non si fida ancora a tornarci (o l'abitazione non è più agibile).

Si stima che nel centro città gli sfollati siano oltre un milione. Molti dormono in macchina, come Ali, che ha ancora troppa paura per tornare a casa, ma da oggi ha deciso di riaprire il suo piccolo negozio di alimentari. È ancora turbato dalla notte del terremoto, che lo ha sorpreso mentre dormiva, come la stragrande maggioranza degli abitanti. Non è certo che i locali del suo negozio siano agibili, ma ha deciso di aprire lo stesso. "Se è sicuro, qui lo sa solo Dio", aggiunge Mustafa, che lo aiuta dietro la cassa.

Molti sfollati si trovano nelle tante tendopoli allestite dalla Protezione civile in varie parti del centro città. In quella visitata dalla RSI, la maggior parte degli ospiti sono siriani. Gaziantep si trova del resto a pochi chilometri dal confine con la Siria e i rifugiati che hanno trovato ospitalità in città, fuggendo dalla guerra negli anni scorsi, qui sono quasi mezzo milione. "Danno tutte le coperte, le tende, ai siriani. E noi siamo qui fuori, al freddo", dice una donna turca incontrata nella tendopoli. Si stringe attorno al fuoco con i suoi bambini di 9 e 12 anni. Con la sua famiglia non è riuscita a trovare il modo di avere una tenda e ora è seduta a terra, mentre è calata la notte e la temperatura è di pochi gradi sopra lo zero. Ma non tutti gli abitanti della città sfogano sui siriani la frustrazione e il nervosismo provocati dal sisma. Come Ahmed, un trentenne che la RSI incontra mentre sta per entrare in macchina per passarvi la notte. "Qui in Turchia ci sono 5 milioni di migranti. Cosa ne penso? Che siamo tutti persone. Che siamo tutti fratelli e sorelle e che siamo tutti musulmani. Se hanno bisogno di venire qui, qual è il problema?".

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