I bombardamenti israeliani hanno distrutto, o gravemente danneggiato, oltre la metà degli edifici nella Striscia di Gaza. Lo rivelano le immagini satellitari analizzate in un’inchiesta di due università americane pubblicata ieri. Il confronto delle immagini di alcuni mesi fa con quelle odierne rilevano un grado di distruzione senza precedenti dovute all’operazione militare che ha lo scopo di annientare Hamas, la sua infrastruttura militare, e di salvare i 134 ostaggi rapiti durante il massacro del 7 ottobre. E c’è preoccupazione anche per il crescente numero di bambini rimasti orfani durante il conflitto.
Una bambina nata un mese fa con un taglio cesareo all’ospedale di Al Aqsa nel centro di Gaza. Ospedale che secondo l’esercito israeliano nascondeva nel sottosuolo combattenti di Hamas e per questo è stato bombardato. E nel bombardamento, poco dopo il parto, è morta la madre della bimba, che non ha più parenti vivi. La testimonianza è stata raccolta dalla BBC tra il personale dell’ospedale. I bambini sono quasi la metà della popolazione di Gaza e molti di loro sono rimasti orfani. L’ONG Europmed HR Monitor, basata a Ginevra, stima che 24’000 bambini a Gaza hanno perso uno o entrambi i genitori.
Intanto il grado di distruzione raggiunto dai bombardamenti sulla Striscia di Gaza è stato attestato da una ricerca basata su immagini satellitari condotta dell’Università di New York e dell’Oregon. Il confronto delle immagini del 3 dicembre e del 14 gennaio mostra una devastazione che coinvolge tutta la Stiscia ma che si concentra al Nord e attorno alla città di Khan Yunis. Un’immagine divenuta simbolo, ampiamente condivisa in rete è l’esplosione dell’edificio dell’Università Israa, nel Nord di Gaza. Edificio fatto saltare in quel che sembra un’immensa esplosione controllata. In gran parte compromesse anche le maggiori zone agricole.
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