Conflitto Israele-Hamas

La tregua a Gaza si allontana

Risposta negativa di Israele alla proposta di Hamas - Antony Blinken per la sesta volta in Medio Oriente

  • 20 marzo, 18:37
  • 20 marzo, 21:33

Medio Oriente: le trattative e l'arrivo di Blinken

SEIDISERA 20.03.2024, 18:29

  • Keystone
Di: ATS/pon

Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken è arrivato mercoledì a Gedda dove incontrerà il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman nella prima tappa del suo nuovo tour in Medio Oriente (il sesto dall’inizio della crisi il 7 ottobre) che lo porterà in seguito in Egitto e a Tel Aviv. Gli sforzi diplomatici per garantire maggiori aiuti umanitari alla popolazione e una tregua nella Striscia di Gaza proseguono ma il cessate il fuoco non sembra avvicinarsi, anzi.

Hamas ha fatto sapere che la risposta israeliana alla sua proposta di uno stop ai combattimenti per sei settimane in cambio della liberazione di 42 dei circa 130 ostaggi ancora nelle sue mani è stata trasmessa dai mediatori qatarioti ed è “globalmente negativa”. Per il movimento islamico si tratta di un passo indietro.

Mentre il blitz dei soldati dello Stato ebraico all’ospedale al-Shifa è proseguito per il terzo giorno - secondo un portavoce avrebbe portato all’uccisione di 90 terroristi e alla cattura di numerosi sospetti - è la popolazione civile che continua a pagare il prezzo più alto. I bombardamenti incessanti secondo il Ministero della sanità di Gaza hanno causato altri 104 morti nelle ultime 24 ore, per un totale che sfiora ormai i 32’000, in maggioranza donne e bambini.

Gli abitanti sono stremati da condizioni umanitarie sempre più precarie. Blinken ha affermato che “l’insieme della popolazione soffre per la forte insicurezza alimentare”. Gli aiuti paracadutati dal cielo e il corridoio marittimo aperto a partire da Cipro non possono sostituirsi agli aiuti via terra.

Un’offensiva terrestre a Rafah, dove si trova oltre un milione di sfollati, aggraverebbe ancora la situazione secondo l’ONU e anche secondo Washington, che accogliendo presto il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant spera di far cambiare idea al suo storico alleato. Le parole pronunciate mercoledì dal premier Benyamin Netanyahu non fanno però presagire un passo indietro del suo Governo. Rafah, peraltro, mercoledì è stata colpita da forti piogge, che hanno ulteriormente aggravato il disagio dei profughi che vivono in tende.

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