L'annuncio del licenziamento dell'accademico Benny Tai, figura del movimento filodemocratico di Hong Kong, ha suscitato scalpore e rabbia nell'ex colonia britannica mercoledì, quando le autorità sono state accusate di aver rinunciato alla libertà accademica sotto la pressione di Pechino.
Il 56enne professore di diritto ha annunciato di essere stato licenziato da una commissione disciplinare dell'Università di Hong Kong (HKU) dopo essere stato incarcerato l'anno scorso per il suo ruolo nel "Movimento degli ombrelli". Questa mobilitazione aveva paralizzato l'ex colonia britannica per 79 giorni nel 2014 e aveva scatenato l'ira di Pechino.
Proprio per il ruolo ricoperto, lo scorso anno era stato condannato a 16 mesi di carcere, pena sospesa in attesa del giudizio d'appello. La decisione segna "la fine della libertà accademica a Hong Kong" ed è stata presa da "un'autorità fuori dall'università attraverso i suoi agenti", ha affermato.
"Se c'è ancora un dubbio sul modello "un Paese, due sistemi", il mio caso dovrebbe essere in grado di rimuoverlo", ha notato l'attivista, citando lo schema di autonomia seguito per definire i rapporti tra l'ex colonia e Pechino, ma compromesso dall'imposizione della legge sulla sicurezza nazionale.