Non è tempo di sfide a Westminster o di minacce secessioniste. La priorità dei nazionalisti scozzesi adesso è ritrovare il consenso perduto, attraverso il rilancio di un programma di robuste riforme sociali. E' stato il discorso della leader Nicola Sturgeon a tracciare la rotta, in chiusura del congresso dello Scottish National Party (SNP). Non una sola parola sulla possibilità di un secondo referendum per l'indipendenza. Sturgeon si affida ad un equilibrismo di retorica per accontentare "i più impazienti indipendentisti": ammette di non sapere con esattezza quando la Scozia avrà il diritto di decidere il suo futuro costituzionale, ma promette che l'SNP resterà sempre "il partito dell'indipendenza".
Logorio politico
È stato il passaggio più applaudito, ma anche fumoso, dei 50 minuti davanti alla platea di Glasgow. Relegato in coda ad un discorso che ha avuto due obiettivi principali: respingere il ritorno elettorale di Labour e Tory, in forte ascesa nei sondaggi anche a nord del Vallo di Adriano, e rinnovare l'agenda politica dei nazionalisti, accusati di logorio politico. Da 10 anni al potere a Holyrood, dopo il referendum perso nel 2014 l'SNP ha subito un progressivo calo di voti e seggi. Nel parlamento devoluto di Edimburgo i nazionalisti governano attraverso un esecutivo di minoranza. A giugno, nelle ultime elezioni generali, hanno perso 21 dei 56 deputati della precedente legislatura.
Inversione
Una flessione che ha imposto un brusco cambio di strategia, dopo che in primavera la Premier Theresa May aveva respinto la richiesta per un secondo referendum indipendentista. Prima di qualsiasi ambizione autonomista - sottintende Sturgeon - è essenziale rilanciare l'azione del governo, strizzando l'occhio all'elettorato più giovane, formidabile bacino elettorale dei laburisti. A loro si è rivolta snocciolando il piano per la costruzione di nuove case popolari, la difesa della gratuità dell'istruzione (anche universitaria), lo stanziamento di risorse per l'assistenza all'infanzia e la messa al bando del fracking. La Prima ministra scozzese accusa i Labour di aver portato alla bancarotta economica il paese, ai Tory addebita quella morale. Un doppio fallimento - assicura Sturgeon - che risolverà l'SNP, anche se ci vorrà "un po' di tempo". L'indipendenza può attendere.
Lorenzo Amuso
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