Il presidente ucraino Volodymir Zelensky è tornato a chiedere altre armi all'Europa, anche aerei da combattimento. Un tema che divide gli alleati di Kiev, alcuni dei quali (Germania in primis) hanno già escluso l'invio dei caccia bombardieri. Lucio Caracciolo, direttore di Limes (rivista italiana specializzata in geopolitica) è fra i più attenti analisti del conflitto in Ucraina e non esclude che la linea rossa tracciata possa essere superata. La RSI lo ha intervistato mentre era ospite, mercoledì, del Circolo culturale Carlo Battaglini, all'Università della Svizzera italiana.
"Tutte le linee rosse sono sempre in discussione, perché sono dichiarazioni dei leader politici che magari possono cambiare idea o essere cambiati; l'atteggiamento della Germania è un atteggiamento molto più rilassato, vogliamo dire così, quasi neutrale rispetto a quello polacco, britannico, baltico... ovvero sì ai carri armati, ma Leopard 1... cioè carri abbastanza vetusti, che difficilmente cambieranno il quadro dello scontro. La questione aerea invece sarebbe di notevole rilievo, perché permetterebbe all'Ucraina di almeno provare a riprendere il controllo dei cieli".
La guerra sta per compiere il suo primo anno. Almeno 7'000, secondo cifre ONU, le vittime civili. E sono almeno 200'000, si stima, i soldati morti o feriti di entrambi gli schieramenti. E lo scenario della pace appare distantissimo.
"Non vedo scenari di pace, vedo al massimo scenari di tregua, di cessate il fuoco, magari anche limitati. Quello che si può immaginare è che adesso ci sia la famigerata grande offensiva russa, se dovesse sfondare le linee a quel punto c'è anche il rischio di un collasso dello Stato ucraino. Se invece dovesse andare male per i russi, potrebbero aprirsi scenari inquietanti per il presidente Putin e per il potere russo. Se si dovesse arrivare a uno stallo (che è un'ipotesi abbastanza possibile) a quel punto, prima di avventurarsi in altre grandi operazioni militari, forse ucraini e russi potrebbero decidere (con qualche mediazione, per esempio quella del presidente turco Erdogan) di arrivare a un cessate il fuoco, magari limitato, ma insomma a interrompere la spirale della guerra, il che non significa arrivare alla pace".
L'Europa e il bivio morale di fronte al quale potrebbe presto trovarsi. Entrare diversamente nel conflitto a fianco dell'Ucraina o piuttosto accettare un negoziato con la Russia di Putin? Una scelta che si avvicina.
"Sì, c'è un bivio che si avvicina - anche perché le nostre risorse militari sono veramente limitate e specialmente le munizioni - e quindi i Paesi europei (non l'Europa, che non esiste, ma i singoli Paesi europei), che stanno inviando armi, più di tanto non possono fare anche se lo volessero, a meno di non volersi completamente privare dello strumento militare, ma non mi pare possibile per uno Stato, quindi questo è un po' il limite che alla fine potrebbe portare a un compromesso. Certo i compromessi sono sempre "sporchi", perché si deve cedere qualcosa per avere qualcos'altro, ma io credo che di fronte alla prospettiva di un massacro senza fine o di una tregua "sporca", tutto sommato meglio la tregua "sporca".