Theresa May ha formalizzato la decisione di prendere direttamente il controllo dei negoziati sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europa, entrati ormai nei mesi finali e tuttora in una fase delicatissima.
Il Governo ha presentato il suo documento "definitivo" sulla Brexit, nell'ultimo giorno di lavori parlamentari a Londra prima della pausa estiva. Da un lato vi si dice che la fase di transizione viene estesa da marzo 2019 (quando è prevista la formalizzazione dell’uscita) a dicembre 2020 (fino ad allora varranno le leggi comunitarie). Dall’altro che la premier assume il controllo del dossier affidando un ruolo cruciale nella definizione delle strategie al suo consigliere Ollie Robbins.
La mossa relega, di fatto, a un ruolo secondario Dominc Raab, il neo ministro titolare delle trattative con Bruxelles, entrato in funzione dopo che nel suo Esecutivo si sono profilate le fratture insanabili sulla questione che hanno portato alle dimissioni eccellenti di Boris Johnson e David Davis.
May la guida la Brexit, il commento di Lorenzo Amuso
RSI Info 24.07.2018, 23:12
Aumenti di stipendio per i dipendenti pubblici
Nel tentativo di recuperare il consenso degli elettori, nell'ultimo giorno di attività politica, il Governo May ha proceduto anche ad alcuni aumenti di stipendio nel pubblico impiego resi possibile dalla recente abolizione del tetto massimo dell'1% d'incremento introdotto a suo tempo sotto David Cameron in nome dell'austerità. In totale a beneficiarne sarà oltre un milione di persone: gli insegnanti percepiranno aumenti medi del 3,5%, i militari del 2,9% e le guardie carcerarie (2,75%). In precedenza era stato già annunciato un primo allargamento della cinghia, ma solo per la sanità pubblica (Nhs), la polizia e parte del sistema scolastico.