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Milos Zeman in ospedale

Il ricovero d'urgenza del presidente ingarbuglia ulteriormente la situazione politica dopo le elezioni legislative in Repubblica Ceca

  • 10 ottobre 2021, 16:00
  • 20 novembre, 19:29
Il presidente ceco Milos Zeman, 77enne

Il presidente ceco Milos Zeman, 77enne

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Di: ATS/pon 

Il presidente ceco Milos Zeman - 77enne e malato da qualche tempo - è stato ricoverato d'urgenza in ospedale questa domenica mattina, subito dopo aver incontrato il premier uscente Andrej Babis, uscito sconfitto dalle elezioni legislative tenutesi venerdì e sabato. È ricoverato in terapia intensiva. Le condizioni di salute del capo dello Stato aggiungono un nuovo elemento di incertezza alla situazione politica nel Paese.

Andrej Babis

Andrej Babis, premier uscente

A lui spetta infatti designare il premier del futuro Governo e gli osservatori si attendevano che optasse per Babis, il cui partito ANO, con il 27,14% dei suffragi, si è confermato la formazione più forte, malgrado le accuse di malversazioni che pendono sul capo dello stesso Babis, oltre tutto citato dall'inchiesta sui cosiddetti Pandora Papers. I due infatti sono stretti alleati.

Petr Fiala

Petr Fiala

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Allo stesso tempo, reclama però l'incarico anche Petr Fiala, leader della coalizione di tre partiti di centro-destra "Spolu" ("Insieme"), che ha il sostegno del 27,78% degli elettori. Trovando un terreno d'intesa con una seconda alleanza, quella fra il partito antisistema dei Pirati e i Sindaci centristi, Fiala raggiungerebbe una maggioranza dei deputati in Parlamento: 108 su 200.

02:09

Repubblica Ceca, Babis perde le elezioni

Telegiornale 09.10.2021, 22:00

L'ANO, acronimo che significa anche "sì" in ceco, dovrebbe guardare invece all'estrema destra diretta dall'uomo d'affari d'origine giapponese Tomio Okamura (10%). Questo non basterebbe al 67enne Babis, magnate dell'agroalimentare e dei media, che sarebbe costretto a convincere anche qualcuno del campo rivale.

I suoi alleati nella passata legislatura, ovvero i socialdemocratici che governavano con lui e i comunisti che lo appoggiavano dall'esterno, hanno subito una batosta storica e non hanno raggiunto la soglia di sbarramento del 5%. Non sono quindi più rappresentati in Parlamento.

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