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Milton “dopato” dai mutamenti climatici

Intervista con Lorenzo Di Marco, di Meteo Svizzera Locarno-Monti: il nesso tra il riscaldamento globale ed eventi estremi sempre più frequenti

  • Oggi, 12:49
  • 30 minuti fa
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Un'immagine satellitare dell'uragano Milton

  • Keystone
Di: RG/RSI Info 

L’uragano più importante degli ultimi 100 anni. Così Joe Biden ha definito Milton che ha flagellato la Florida. Negli ultimi anni questi “super uragani” sono sempre più numerosi. Esperti e meteorologi lo spiegano, così come per molti eventi meteo estremi, col cambiamento climatico ed in particolare l’aumento della temperatura globale.

Si parla sempre più spesso di uragani “dopati” dal clima. Ma concretamente come avviene?

“Per rispondere a questa domanda dobbiamo prima fare un appunto su come si formano gli uragani. – risponde Lorenzo Di Marco, di Meteo Svizzera Locarno-Monti – Sono sistemi piuttosto complessi, molto potenti, anche spettacolari, che necessitano di diverse condizioni atmosferiche per potersi sviluppare. Tra queste in particolare la presenza di sufficiente umidità e la temperatura superficiale dell’acqua del mare, dove si formano gli uragani. Sappiamo che a causa dei cambiamenti climatici, queste temperature tendono al rialzo e questo è un fattore che fa sviluppare più tipi di fenomeni violenti quando si tratta di uragani”.

Questo però non succede solo con gli uragani, ma avviene anche alle nostre latitudini. Quest’estate l’acqua del Mediterraneo ha raggiunto temperature record e poi c’è stata la tempesta Boris…

“Anche per quanto riguarda i sistemi frontali, le depressioni tipiche delle latitudini medie, dunque Europa e Nord America, il fattore umidità, quindi quanta acqua può stare concretamente in una colonna d’aria, in una determinata massa d’aria è fondamentale. Più acqua c’è nell’aria, più può precipitare”.

Quindi è come quando si fa bollire l’acqua: più la si scalda a lungo, più evapora. Se non abbiamo acceso la cappa aspiratrice, più ne troveremo in seguito sul piano cottura...                

Esatto. Possiamo avere dei sistemi frontali che transitano, che portano forti venti, ma con poca umidità nella massa d’aria, dunque poca precipitazione. Mentre quello che vediamo anche a sud delle Alpi ultimamente è che abbiamo spesso eventi con variabili come il totale di acqua precipitabile sempre più elevati; e dall’estate tendono a sconfinare verso la primavera e l’autunno.

Va infine chiarita una cosa: purtroppo il fenomeno non è 1 a 1. In altre parole un aumento della temperatura di un grado, quindi diciamo del 5%, non corrisponde ad un aumento della potenza dei fenomeni del 5% ma molto di più.

Esatto questo perché un riscaldamento di un grado non è paragonabile, diciamo 1 a 1, rispetto a quanta acqua può essere contenuta nella colonna d’aria finché la colonna d’aria è satura. Questo è il nocciolo della questione di per sé.

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