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Mosca e Teheran più unite che mai

Intesa strategica per 20 anni firmata a Mosca dai presidenti Vladimir Putin e Masoud Pezeshkian; il modello è simile a quello tra Russia e Corea del Nord

  • Oggi, 15:21
  • 2 ore fa
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Il presidente russo Vladimir Putin e la guida suprema dell'Iran, ayatollah Ali Khamenei a Teheran nel novembre del 2017

  • Keystone
Di: Stefano Grazioli 

Se l’anno vecchio si era chiuso per Russia e Iran con la sconfitta e la caduta, seppur concertata e sotto Costituzione, del regime alleato di Bashar al Assad in Siria, quello nuovo si apre all’insegna delle grandi intese: Mosca e Teheran si presentano più unite che mai dopo la firma dell’accordo per una partnership strategica che vedrà i due Paesi cooperare in maniera ravvicinata per i prossimi vent’anni. Il modello è simile a quello già avviato dalla Russia con la Corea del Nord nel 2024 e al patto siglato tra Vladimir Putin e Kim Jong Un, che ha previsto una maggiore collaborazione sul piano militare e strategico, anche con la reciproca assistenza militare in caso di attacco da parte di un Paese terzo.

Spostamento degli equilibri

Anche se Teheran ha confermato di essere responsabile della propria sicurezza e quindi non sono previste clausola di mutuo aiuto, il rapporto con Mosca si fa più stretto, sull’onda dell’avvicinamento accelerato dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina nel 2022, basato soprattutto sui rifornimenti iraniani di droni Shahed e Mohajer, per i quali è stata costruita anche una fabbrica di droni iraniana nella zona economica speciale di Alabuga, nel Tatarstan russo, mentre la Russia ha accresciuto le esportazioni di aerei, radar e tecnologie di sorveglianza informatica. In sostanza quello firmato tra Putin e il primo ministro iraniano Masoud Pezeshkian a Mosca è un accordo molto concreto, ma che ha anche un alto valore simbolico, nel contesto dello spostamento degli equilibri politici globali e va a sostituire quello ormai obsoleto del 2001. Il Cremlino ha affermato con enfasi che è cominciata una nuova era.

Quadro cambiato

Russia e Iran hanno sviluppato sin dagli anni Novanta un’alleanza tattica più che strategica, alla luce delle diverse prospettive e dei rapporti concorrenziali, tra il ruolo in Medio Oriente, ossia con le rispettive relazioni con Israele e l’Arabia Saudita, e quello sui mercati energetici, dove Mosca e Teheran sono in competizione. Il quadro ha iniziato a cambiare dalla prima crisi ucraina del 2014 e dal progressivo distacco della Russia dall’Occidente, accompagnato sul lato iraniano dall’uscita degli Stati Uniti nel 2018, sotto la presidenza di Donald Trump, dall’accordo internazionale sul nucleare: dopo il fallimento del cosiddetto Piano d’azione congiunto globale, anche l’Iran si è ritirato più sul versante orientale, prediligendo i rapporti sia con la Russia sia con la Cina. La guerra in Ucraina ha accelerato questo processo che ha rafforzato sia le alleanze bilaterali sia quelle più ampie, all’interno di organizzazioni come la SCO (Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai) e i BRICS (il raggruppamento di economie mondiali emergenti).

Cooperazione militare ed economica

La nuova cooperazione si muove soprattutto intorno a vari assi, che vanno da quello militare e di difesa al commercio e all’economia, con da un parte lo sviluppo maggiore del cosiddetto Corridoio dalla Russia sia verso il Medio oriente sia verso l’India e dall’altro la lotta comune alle sanzioni occidentali. Anche il campo energetico si può trasformare da concorrenziale a piattaforma comune per progetti, come quelli sul nucleare. Il presidente russo Vladimir Putin e il suo omologo iraniano Masoud Pezeshkian hanno sottolineato inoltre le potenzialità della cooperazione sulla logistica. Importante per i due partner è anche il settore finanziario e dei pagamenti globali, dove Mosca e Teheran lavorano insieme per sviluppare strumenti alternativi, anche nell’ambito delle criptovalute.

Limiti e prospettive

In definitiva le relazioni tra Iran e Russia sono influenzate da molti fattori nel quadro geopolitico internazionale sempre in movimento. Se da un lato le alleanze strategiche di Mosca, sia con Teheran ma anche con Pechino o Pyongyang, sono caratterizzate più da maggiori dosi di pragmatismo che da specifiche ideologie, è evidente come l’opposizione all’Occidente e al ruolo degli Stati Uniti come principale attore in un mondo unipolare sia un fattore e un collante fondamentale.

Sino a che Washington prediligerà una politica di intervento e influenza globale, i limiti di queste intese e le differenze tra i vari attori saranno superati dagli interessi comuni. Nello specifico i confini delle relazioni tra Mosca e Teheran rimangono comunque fissati nell’approccio egemonico russo, nella competizione sul mercato energetico e anche sulle mire d’influenza iraniane in Asia centrale ma di fronte al nemico comune le divergenze vengono messe da parte.

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