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Nuovo scontro all’ONU su Gaza

Israele isolata, soprattutto per il rifiuto del premier Netanyahu della soluzione a due Stati, sostenuta anche da USA ed Europa

  • 23 gennaio, 23:29
  • 25 gennaio, 08:59
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Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU è tornato a riunirsi sulla situazione in Medio Oriente (foto d'archivio)

Di: ATS/ANSA/RSI Info

Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU è tornato a riunirsi martedì a New York sulla situazione in Medio Oriente, inclusa la questione palestinese. “Una fine duratura del conflitto israelo-palestinese può avvenire solo attraverso una soluzione a due Stati. Il rifiuto ai massimi livelli del governo israeliano è inaccettabile e prolungherebbe indefinitamente un conflitto diventato una grave minaccia per la pace e la sicurezza globali”. `Questo il monito del segretario generale ONU, Antonio Guterres, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La negazione del diritto a uno Stato del popolo palestinese da parte di Tel Aviv - ha sottolineato Guterres - rischia di esacerbare la polarizzazione e incoraggiare gli estremisti ovunque.

“Il ruolo della comunità internazionale è chiaro - ha detto Guterres -. Dobbiamo unirci per sostenere israeliani e palestinesi affinché intraprendano azioni determinate per far avanzare un processo di pace significativo”. E rilanciando l’appello per un cessate il fuoco umanitario immediato, denuncia che “l’intera popolazione di Gaza sta subendo una distruzione ad una scala e ad una velocità senza eguali nella storia recente”.

Gli USA: “Seguire la strada verso uno Stato palestinese”

Anche gli Stati Uniti, sostengono che “bisogna “seguire la strada verso uno Stato palestinese”. “L’obiettivo è un futuro dove Gaza non sarà più usata come base per il terrorismo, i palestinesi avranno un proprio Stato e Israele potrà vivere in sicurezza”, dice la sottosegretaria di Stato USA per la sicurezza civile, la democrazia e i diritti umani, Uzra Zeya, sottolineando che avere “due Stati con la sicurezza di Israele garantita è l’unica via”.

La Francia: “Abbiamo bisogno di uno Stato palestinese”

“Abbiamo bisogno di uno Stato palestinese”, afferma da parte sua il nuovo ministro degli Esteri francese Stéphane Séjourné, presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, sottolineando che Parigi “è amica di Israele così come è amica del popolo palestinese”, e avvertendo che il “rischio di un’esplosione regionale è reale”. “Dobbiamo lavorare ad un cessate il fuoco duraturo - ha aggiunto - Dobbiamo e possiamo stare al fianco sia degli israeliani che dei palestinesi, la Francia agisce per il bene di entrambi i popoli e per la pace”. Quindi ha ribadito che “ci deve essere uno Stato palestinese e la violenza contro i palestinesi deve finire”.

La Russia: “Salvare la vita dei palestinesi non è tra le priorità USA”

Il sostegno USA allo stato palestinese, però, non è bastato al ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. A suo parere gli Stati Uniti hanno impedito al Consiglio di Sicurezza di fare passi verso la fine delle violenze, poiché “salvare la vita dei palestinesi non è tra le loro priorità”. “Il Consiglio deve trovare una strada verso la creazione di uno Stato palestinese, non solo affermare che deve esistere - incalza Lavrov - e i palestinesi dovrebbero decidere da soli il proprio futuro... Penso che sia ciò che i nostri colleghi occidentali chiamano democrazia”. “Ci sono dubbi sul fatto che Gaza rimarrà un luogo abitabile dopo la fine del conflitto. Il suolo, le falde acquifere e l’aria sono stati tutti inquinati a causa dei bombardamenti e delle sostanze chimiche, e tutte le infrastrutture sono state spazzate via e distrutte”, ha detto Lavrov che, prima dell’incontro, ha visto a New York il suo omologo iraniano Hossein Amir-Abdollahiyan per sollecitare Israele ad accettare un cessate il fuoco e avvertire gli USA di non alimentare la diffusione del conflitto.

Dal canto suo l’ambasciatore cinese all’ONU, Zhang Jun, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza ha dichiarato che: “Il rischio di un’ulteriore escalation nella regione esiste, e un cessate il fuoco umanitario immediato a Gaza deve essere la priorità più urgente”. “La soluzione dei due Stati è l’unica via per trovare la pace tra israeliani e palestinesi e va rivitalizzata”, ha aggiunto, esprimendo preoccupazione per le parole di Netanyahu, che ha negato tale possibilità.

Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha dichiarato che: “Dopo 109 giorni è vergognoso che la comunità internazionale non sia in grado di fermare lo spargimento di sangue a Gaza”, e ha chiesto un “immediato cessate il fuoco umanitario”. Quindi ha invitato Israele e i suoi sostenitori a “impegnarsi in una soluzione diplomatica finché si può ancora raggiungere” e ad evitare un’ulteriore escalation. Fidan ha sottolineato che il focus “deve essere sulla creazione di uno Stato palestinese indipendente”. Anche se la maggior parte della comunità internazionale è per la soluzione dei due Stati, non c’è un meccanismo per imporre a Israele di attuarla, ha detto.

Un duro attacco a Israele arriva dal ministro degli Esteri palestinese Ryad al-Maliki, secondo il quale “ci sono solo due strade: una che inizia con la libertà palestinese e porta pace e sicurezza nella nostra regione e una che la nega la e porta conflitto e violenza. Il mondo arabo ha scelto la prima, ma Netanyahu vuole prevenire la pace e sicurezza nella regione”. Moniti a cui l’ambasciatore israeliano risponde ribadendo l’opposizione a un cessate il fuoco: “Ecco cosa succederebbe: Hamas rimarrebbe al potere e Israele dovrebbe affrontare un altro Olocausto. Finché Hamas rimane al potere, davanti a noi c’è un futuro buio”.

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