Reportage

Panama, il canale che divide 

Trump minaccia di riprendere il controllo della strategica via marittima, dove transita il 5% del traffico di merci mondiale

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SEIDISERA dell’08.02.2025: Il reportage da Panama dell’inviato RSI Andrea Vosti

RSI Info 08.02.2025, 18:00

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Di: Andrea Vosti (da Panama), corrispondente RSI negli Stati Uniti

Il Canale di Panama è sotto attacco (dalla Cina). Gli Stati Uniti hanno l’obbligo di intervenire per difenderlo. Anche con la forza, se serve. In gioco, secondo la nuova amministrazione americana, ci sarebbe nientemeno che la sicurezza nazionale. Dopo le minacce rivolte alla Groenlandia, dopo la sparata sulla volontà di trasformare Gaza nella “Riviera” del Medio Oriente, Donald Trump ha messo il Canale di Panama nel mirino delle sue ambizioni neoimperialiste.

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Le chiuse di Miraflores, sulla sponda Pacifica del Canale di Panama

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Stando alla nuova “Dottrina Trump”, il governo panamense avrebbe tradito lo spirito dei Trattati firmati nel 1977 dai due presidenti Omar Torrijos e Jimmy Carter, consentendo alla Cina di accrescere la sua influenza sul Canale e violandone così facendo la neutralità.

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Euclides Tapia Campos, docente di relazioni internazionali all’Università di Panama

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“Senza dubbio, successive amministrazioni panamensi hanno permesso alla Cina di espandere la sua presenza economica a Panama. E questo è stato un errore”, riconosce Euclides Tapia Campos, docente di relazioni internazionali all’Università di Panama. “Ma da qui a sostenere che la presenza di una società di Hong Kong nei porti di Cristobal e Balboa costituisca una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, mi sembra un’esagerazione”.

Attraverso il Canale, che con i suoi 80 chilometri collega l’Oceano Pacifico con l’Atlantico riducendo in maniera considerevole le rotte marittime, transitano ogni anno circa 14’000 imbarcazioni: portacontainer, navi da crociera, militari, addirittura portaerei e sottomarini. Il pedaggio per il transito varia dai 200’000 ai 700’000 dollari, a dipendenza del tonnellaggio e del tipo di carico. La Casa Bianca esige che le navi del governo statunitense – quindi anche la Marina – siano come minimo esentate dal pagamento.

“Il Canale di Panama è indipendente e tutte le navi che passano da qui devono pagare un pedaggio”, replica Jaime Trojano della Panama Canal Autority. Per il governo panamense del presidente José Raul Mulino le minacce di Washington rappresentano un attacco alla sovranità del Paese.

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Il monumento dedicato ai 22'000 lavoratori morti durante la costruzione del Canale di Panama, completato nel 1914

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Walkiria Chandler, deputata all’Assemblea nazionale del movimento Vamos

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“Sono preoccupata, poiché temo che il nostro presidente non abbia la forza per resistere alle pressioni di Trump”, afferma Walkiria Chandler, vicepresidente della commissione esteri dell’Assemblea nazionale. “Ma il presidente non ha l’autorità per rinegoziare con Trump i termini dell’accordo, una modifica dei trattati del 1977 deve passare da un referendum popolare”, spiega la deputata del movimento Vamos.

Il contenzioso tra Washington e Panama sul futuro del Canale è dunque destinato a continuare. Tutti – nel piccolo Stato centroamericano – si chiedono con una certa apprensione quale potrà mai essere la prossima mossa dell’imprevedibile presidente americano.

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Un turista panamense fiero del suo canale alle chiuse di Miraflores

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