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Papa Francesco: "Dimissioni già consegnate"

Il Pontefice in una intervista apre al toto nomi in caso di conclave. E annuncia di voler nominare la prima donna alla testa di un dicastero

  • 18 dicembre 2022, 11:47
  • 20 novembre, 14:12
00:36

Notiziario 10.00 del 18.12.2022

RSI Info 18.12.2022, 11:29

  • keysone
Di: Paolo Rodari 

Il Papa dice: "Ho già firmato le dimissioni in caso di malattia". E annuncia: "Entro due anni una donna a capo di un dicastero". Sono alcune delle dichiarazioni rilasciate da Francesco nel corso di un’intervista con il quotidiano spagnolo Abc.

La possibile rinuncia al papato

Il Papa torna ancora una volta a parlare dell’ipotesi di dimissioni spiegando di averle consegnate nel 2013 nelle mani dell’allora segretario di Stato Tarcisio Bertone: "Le firmai e gli dissi: 'In caso di impedimento per motivi medici ecco le mie dimissioni. Ce le avete già'. Non so a chi le abbia date il cardinal Bertone, ma gliele ho date io quando era segretario di Stato". E ancora: "È la prima volta che lo dico. Ecco perché lo dico. Ora qualcuno andrà a chiedere a Bertone: 'Dammi il foglio!'. Sicuramente lo consegnò al cardinale Pietro Parolin, nuovo segretario di Stato".

Francesco ha da poco compiuto 86 anni. A parte una fastidiosa infiammazione al ginocchio provocata in parte da una postura sbagliata dovuta alla sciatalgia, appare in buona salute. Spesso è costretto a stare sulla sedia a rotelle, altre volte a usare un bastone. Si tratta di una menomazione che tuttavia non gli impedisce di governare. Perché, spiega, "si governa con la testa, non con il ginocchio".

È ormai evidente che se la salute in futuro dovrebbe non supportarlo Francesco si dimetterebbe. Certo, sul piatto c’è ancora da scrivere un regolamento sul Papa emerito, su come un Pontefice deve ritirarsi qualora decida di rinunciare al pontificato. Per i vescovi emeriti esistono delle regole. Per il Papa no. Benedetto decise di rimanere vestito di bianco e di abitare in Vaticano. È probabile che Francesco non farebbe le medesime scelte. Probabilmente si ritirerebbe in un monastero lontano dalla Santa Sede. E con ogni probabilità tornerebbe ad indossare semplicemente l’abito sacerdotale. Ma sono solo ipotesi. Le dimissioni, oggi, non sono all’orizzonte.

I successori in caso di conclave

Oggi sono diversi i cardinali dati per papabili in casi di conclave. C’è su tutti il cardinale filippino Luis Antonio Tagle, ex arcivescovo di Manila, e da qualche anno prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli. C’è poi l’attuale segretario di Stato, l’italiano Pietro Parolin, apprezzato sia dalle sensibilità più conservatrici sia da quelle più progressiste. C’è poi un altro italiano, l’arcivescovo di Bologna e presidente della CEI Matteo Zuppi. Anche lui, in una Chiesa italiana fortemente polarizzata, è stato in grado di farsi apprezzare da tutti. Un altro papabile è sicuramente il cardinale canadese Marc Ouellet, ex arcivescovo di Quebec e dal 2010 in Curia come prefetto della Congregazione dei Vescovi. Marc Ouellet è un il capofila di quell’episcopato nordamericano che da tempo sta acquisendo sempre più peso nel panorama della Chiesa universale. Ma poi anche altri nomi: il cardinale Timothy Michael Dolan, arcivescovo di New York, grande uomo di pubbliche relazioni. E il suo connazionale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston, che ha saputo risollevare le sorti di una diocesi in crisi a motivo dello scandalo della pedofilia del clero.

Molto dipenderà verso chi decideranno di dirigersi i tanti presuli di diocesi sperdute creati cardinali proprio da Francesco: non conoscono tutti i loro confratelli, il loro voto, oggi imperscrutabile, farà la differenza.

Le donne nella Chiesa

Francesco non ha parlato soltanto di dimissioni. Ha anche annunciato che entro due anni ci sarà una donna alla guida di un dicastero: "Nulla impedisce a una donna di dirigere un dicastero in cui un laico può essere prefetto", dice. E spiega che tuttavia dipende dal tipo di dicastero, perché "se si tratta di un dicastero di carattere sacramentale, deve essere presieduto da un sacerdote o da un vescovo". Più volte il Papa ha detto di voler favorire la presenza femminile nei ruoli di comando. Sullo sfondo c’è la consapevolezza che molti abusi sessuali commessi da sacerdoti si sarebbero potuti evitare se al loro fianco, nei posti di comando, ci fosse stata una maggiore presenza femminile.

Le vittime degli abusi

E degli abusi il Papa non manca di parlare anche oggi. Lui che per primo ha convocato le vittime in Vaticano per un summit alla presenza di tutti i vescovi del mondo, dice che la pedofilia è un problema "molto doloroso, molto doloroso". E ancora: "Si tratta di persone che sono state distrutte da chi avrebbe dovuto aiutarle a maturare e a crescere. Anche se si trattasse di un solo caso, è mostruoso che la persona che dovrebbe condurti a Dio ti distrugga lungo la strada. E su questo non è possibile alcun negoziato".

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