Perché Musk finanzia Trump?

Elon Musk, l’uomo più ricco al mondo (secondo la rivista Forbes), avrebbe già speso per la campagna elettorale a favore di Trump almeno 75 milioni di dollari. Quali ragioni spingono questo eclettico e spesso controverso imprenditore a mobilitarsi con così tante risorse per far vincere il candidato Repubblicano? La RSI lo ha chiesto a Federico Fubini, giornalista del Corriere della Sera, che ha pubblicato un dettagliato articolo su come si compone la ricchezza di Musk.

“In effetti è un po’ strano, perché Musk in passato era stato anche abbastanza critico di Donald Trump. Aveva detto che doveva avviarsi in un viaggio verso il tramonto. Eppure adesso, improvvisamente, a questo punto anche molto tardivo della campagna elettorale, sta gettando tutto il suo peso per la rielezione di Trump”.

Ma perché lo fa?

“Musk non è mai stato un liberal. È sicuramente un uomo tendenzialmente di destra, che viene anche da un mondo molto di destra, se non controverso, come quello della popolazione bianca del Sudafrica durante gli anni dell’apartheid. Dunque questa è l’origine culturale, anche di Musk”.

Veniamo alle sue attività economiche, alle sue numerose imprese. Sappiamo che Trump non è mai stato un sostenitore delle auto elettriche, settore nel quale Musk è stato pioniere...

“Sicuramente la più importante è ancora Tesla, che ha un valore di borsa di circa 700 miliardi di dollari. Ed è da lì che viene la sua ricchezza liquida, perché portando in pegno alle banche le proprie azioni di Tesla, Musk negli anni ha preso prestiti, dunque non tassabili, con cui ha fatto la vita di una persona ricchissima. C’è un problema però, che il titolo di Tesla è sempre più palesemente sopravvalutato. Dunque, poiché le azioni di Musk sono decisive per la liquidità che le banche gli consentono di avere, se il titolo di Tesla va giù per lui è un grosso problema”.

Una soluzione a questo problema sarebbe la quotazione in borsa e la promozione di Starlink, spiega Federico Fubini. Starlink è la società che ha già mandato in orbita più di 6mila satelliti per una connessione Internet universale, la vediamo all’opera in Ucraina, nelle parti più remote dell’Africa e così via...

“Starlink oggi è una divisione di SpaceX, il gruppo dello spazio straordinario che ha creato Elon Musk nel 2002, che ormai è di gran lunga più efficiente e più capace, anche tecnologicamente e come performance, non solo della NASA ma anche delle attività spaziali cinesi, russe, europee. È straordinario quello che sanno fare. SpaceX non è pronta per la quotazione. Quello che potrebbe essere è che Starlink venga separata da SpaceX. Starlink è un’attività che può generare tantissimi ricavi. Questa azienda quotata potrebbe, come dire, stabilizzare anche la situazione personale, finanziaria di Musk”.

Però tra le due aziende Tesla e Starlink c’è una differenza sostanziale...

“Tesla dipende dai consumatori, Starlink dipende per una parte potenzialmente molto importante da accordi con centinaia di governi e grandi aziende pubbliche in giro per il mondo. Dunque per una persona come Elon Musk (che deve in qualche modo valorizzare il più possibile Starlink per monetizzarla), avere il sostegno dell’amministrazione americana sarebbe fantastico. Cioè, se lui diventasse decisivo per la rielezione di Trump e Trump incontrando i leader del mondo, i grandi imprenditori, comandasse o in qualche modo facesse capire che dovrebbero fare dei contratti con Starlink, questo sarebbe un bingo assoluto per Musk. Io ho l’impressione che dietro quest’improvviso innamoramento di Elon Musk per Donald Trump ci sia questo calcolo”.