La ritorsione della Russia alle "espulsioni di massa" di suoi diplomatici si è concretizzata venerdì. Il Ministero degli esteri di Mosca ha convocato gli incaricati d’affari di 23 ambasciate informandoli della decisione di mandar via loro personale con una settimana di preavviso. Tra i funzionari espulsi, 59 in tutto, vi sono tredici ucraini, quattro tedeschi, quattro francesi, quattro polacchi, tre lituani, due italiani, due olandesi, un croato, un norvegese, uno svedese, un irlandese e un finlandese. Ci si riserva inoltre la possibilità di prendere provvedimenti contro altri quattro paesi.
Londra ha invece 30 giorni per ridurre il personale diplomatico in Russia a un numero uguale a quello degli omologhi russi che resteranno nel Regno Unito.
E benché il Cremlino abbia dato solo 48 ore agli americani prima di chiudere il consolato USA a San Pietroburgo, Vladimir Putin ha auspicato venerdì di “di poter mantenere buone relazioni con le altre nazioni”, nonostante “le tensioni attuali”. Intanto, i vertici russi hanno dato tempo fino al 5 aprile a Washington per rimpatriare 60 diplomatici. Intanto la Georgia ha deciso in giornata di espellere un russo.
ATS/Reuters/AFP/EnCa